02 febbraio 2024 – 18:12
Il rispetto della “dignità” di Ilaria Salis, insieme alla garanzia di un processo rapido e giusto, sono priorità fondamentali. Tuttavia, per quanto riguarda il trattamento e le procedure seguite, sarà necessario attenersi ai protocolli vigenti in altri Stati sovrani come l’Ungheria. Giorgia Meloni ha svelato le richieste ufficiali dell’Italia dopo il colloquio privato a Bruxelles con il premier ungherese Viktor Orban, che viene così sollevato parzialmente da una responsabilità diretta nel caso dell’insegnante milanese detenuta a Budapest. “Anche lì – spiega la presidente del Consiglio – vige l’autonomia dei giudici e i governi non interferiscono nei processi”. Riguardo alle catene di montaggio, ciò accade in diversi Paesi, anche occidentali”, afferma Meloni. Tuttavia, le polemiche e gli scontri a distanza tra Matteo Salvini – “se Salis fosse condannata non la vorrei più in classe”, dice – e il padre di Ilaria non si placano. Quest’ultimo ha annunciato una querela nei confronti del vice premier. Nonostante gli avvertimenti del ministro degli Affari Esteri: “È un errore trasformare una questione giudiziaria in una questione politica”, sottolinea Antonio Tajani, che terrà un’informativa urgente alla Camera l’8 febbraio. L’incontro tra Meloni e Orban disegna chiaramente il perimetro all’interno del quale l’Italia sta operando nell’esaminare la vicenda, mantenendo l’equilibrio delle relazioni tra i due Paesi e senza interrompere i contatti riservati tra canali diplomatici e le valutazioni sulle strategie normative.