16 aprile 2025 – 19:46
La sentenza della prima Corte d’Assise di Roma è stata un colpo di scena per tutta la città: Claudio Campiti, l’uomo accusato della strage di Fidene avvenuta nel dicembre 2022, è stato condannato a una pena esemplare. I giudici hanno preso in considerazione tutti gli elementi della vicenda e hanno stabilito che il reo sia punito con l’ergastolo per la gravità dei crimini commessi.Ma la sentenza non si è limitata solo alla condanna del responsabile, poiché i magistrati hanno anche deciso di applicare una misura di sicurezza per tutelare la società. Infatti, oltre al carcere a vita, il giudice ha disposto l’isolamento diurno di tre anni per l’imputato, con lo scopo di prevenirne eventuali future azioni negative verso gli altri detenuti o nei confronti della collettività.È anche interessante notare che la sentenza non si è limitata solo alla figura del reo, ma ha coinvolto anche un altro personaggio. È stata infatti condannata a una pena di tre mesi (pena sospesa) l’allora presidente della Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma, che si era mostrato negligente nella custodia delle armi. Si tratta di una responsabilità che gli è stata contestata in quanto, per sua negligenza, il killer era riuscito ad accedere all’arma utilizzata poi per compiere i delitti.Un’altra figura coinvolta nel processo era un dipendente addetto al locale dell’armeria del poligono di tiro. Tuttavia, la Corte lo ha assolto dalle accuse in quanto si trattava solo di un semplice impiegato che non aveva alcun ruolo nella custodia delle armi.In generale, la sentenza della prima Corte d’Assise di Roma rappresenta uno stacco netto con le precedenti decisioni giuridiche relative al medesimo caso. Infatti, a differenza del passato quando era prevista una pena non esemplare per i reati compiuti dallo stesso individuo che in questo caso è di 25 anni, la Corte ha deciso invece di optare per l’ergastolo e il carcere a vita, con l’intento di rendere esempio di quanto grave siano i crimini commessi da quest’uomo.
