Il Corpo forestale della Valle d’Aosta, al termine di un’indagine aperta sulla base di alcune segnalazioni, ha provveduto nei giorni scorsi al sequestro amministrativo di un cucciolo di capriolo, nato a maggio di quest’anno, prelevato dal suo ambiente naturale e detenuto nei locali di un’abitazione privata in palese contrasto con la normativa nazionale e regionale in materia di fauna selvatica.
Quanto accaduto pone ancora una volta l’attenzione sulle regole di comportamento a cui ciascun cittadino deve attenersi nel rispetto degli animali selvatici. La legge 157/97 e la legge regionale 64/94 regolamentano la gestione della fauna selvatica definita quale “bene indisponibile dello Stato”, tutelata nell’interesse della comunità nazionale e internazionale e pertanto non fruibile né gestibile dai singoli, se non in deroga alle norme di cui sopra, pena l’elevazione di sanzioni pecuniarie di tipo amministrativo nonché l’applicazione di procedimenti penali a carico dei trasgressori.
Tutti coloro che a vario titolo frequentano il territorio della Valle d’Aosta sono dunque tenuti a rispettare la natura selvatica della fauna locale evitandone qualsiasi avvicinamento o contatto diretto. L’invito che si rinnova è di non prelevare né detenere alcun esemplare di mammifero o di volatile presso il proprio domicilio per nessun motivo, così come di evitare di toccarli per non causare, come nel caso dei cuccioli di capriolo, l’abbandono da parte della madre.
In caso di rinvenimento di un animale selvatico, il comportamento da adottare è di contattare il numero gratuito 1515 di pronto intervento del Corpo forestale della Valle d’Aosta che, per il tramite dei suoi agenti distribuiti sull’intero territorio regionale, provvederà al recupero e alla gestione degli esemplari in difficoltà anche attraverso il Centro Recupero Animali Selvatici al fine della relativa riabilitazione e del successivo reinserimento in natura.
Si ricorda che sebbene ospitare e accogliere animali selvatici in casa possa sembrare un gesto premuroso e di attenzione, in realtà questi devono rimanere nel loro ambiente naturale nel rispetto della loro natura. Qualsiasi comportamento contrario a tale condizione rappresenta un illecito e come tale è sanzionato in via amministrativa e/o penale, a seconda della gravità del comportamento rilevata, fino al caso estremo rappresentato dal reato di maltrattamento animali.