La certezza non è mai stata una mia precondizione per affrontare le sfide. Ho sempre saputo che l’unica vera garanzia per un risultato positivo sta nel nostro impegno e nei nostri sforzi. Non sono disposto a essere cullato dalle parole altrui, preferisco il silenzio delle statistiche e i numeri della classifica. Il mio obiettivo è chiaro: ottenere la vittoria sul campo, non bisogna attendere una parola di conforto per convincersene. Sono qui a lavorare, e in questo momento è questa l’unica cosa che conta. Come dice un vecchio adagio: ‘non si chiede scusa al gol quando corre, ma al piede che lo ha fatto’. Non ho bisogno di rassicurazioni su nulla. Ripeto: non sono uno dei tanti allenatori che chiedono scuse a chi li ha affiancati o alle squadre per le sconfitte patite. Non c’è un ‘forse, il prossimo anno’. Certo che si può sempre imparare e migliorare ma la mia è la ferrea convinzione di fare la cosa giusta, non chiedo scusa a me stesso, sono convinto della mia metodologia e dei miei metodi di allenamento. L’unico pensiero che mi viene per i risultati avversi è: “non abbiamo fatto il nostro lavoro”. Non ho bisogno di consolazione per nessuno. Sono qui in campo a portare in panchina la mia passione e il mio know how, sperando in questo modo che sia sufficiente. In un campionato così lungo si sbagliano anche i più grandi ma io devo essere tra quelli che non commettono errori ripetuti. Non mi fermo mai.
Siamo qui per vincere: la mia convinzione ferrea di miglioramento costante.
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