05 luglio 2024 – 13:45
Nel corso del processo tenutosi oggi, 4 luglio, in aula sono state avanzate le richieste di condanna per diversi imputati. Il boss noto come Rocco Pronest potrebbe affrontare dodici anni di reclusione, mentre il suo complice Rocco Cambrea potrebbe ricevere una pena di dieci anni e mezzo. Per quanto riguarda Silvana Perrone, le richieste della pubblica accusa si attestano su tre anni di carcere. Al centro dell’udienza anche l’accusa di presunta infiltrazione della ‘ndrangheta all’interno della società Liberamensa, che gestiva il bar del Tribunale di Torino durante l’emergenza sanitaria da Covid-19.Secondo quanto emerso durante il dibattimento, si sarebbe verificata un’operazione di gestione occulta della società attraverso presunti prestanome posti al vertice dell’organizzazione. In particolare, si è parlato del coinvolgimento di una figura molto nota nella provincia torinese, Silvana Perrone. Quest’ultima è accusata di aver partecipato a un trasferimento fraudolento di denaro in concorso con altre sei persone e di aver agevolato l’associazione mafiosa ‘ndrangheta.Nonostante la sua reputazione precedente come benefattrice attiva nel sociale, impegnata nell’aiuto ai bambini, ai malati psichiatrici e alle vittime di tratta delle donne, Perrone si trova ora al centro di un complicato intreccio giudiziario legato ad attività illegali legate alla criminalità organizzata. La sua figura rappresenta quindi un caso emblematico che mette in luce la complessità delle dinamiche sociali e giuridiche che possono intersecarsi anche nelle realtà locali più apparentemente tranquille come quella torinese.
