Le forze armate russe stanno affrontando una situazione critica nella regione di Kursk, occupata dall’Ucraina ad agosto e minacciata da un possibile intervento delle truppe nordcoreane dislocate in Russia. Secondo quanto riportato dal Financial Times, il contingente di 12mila soldati nordcoreani potrebbe essere inviato a supporto dei 50.000 uomini russi già presenti nella zona, nonostante le dimensioni ridotte di tale contingente nordcoreano che potrebbero non essere sufficienti a cambiare le sorti del conflitto in corso.La Russia si trova ad affrontare una difficile ricostruzione delle proprie forze armate a seguito di pesanti perdite stimati intorno ai 600.000 tra morti e feriti. Nonostante le pressioni degli alti dirigenti per una nuova mobilitazione, il presidente Putin ha deciso di non optare per questa soluzione, preferendo incentivare i volontari con generosi bonus di arruolamento. Questa strategia ha consentito alla Russia di mantenere un costante flusso di reclute, ma recentemente diverse regioni hanno dovuto aumentare significativamente le retribuzioni offerte ai nuovi arruolati, segno che l’esercito potrebbe presto incontrare difficoltà nel reclutare ulteriori uomini.In particolare, la regione confinante con Kursk, Belgorod, ha triplicato il bonus di iscrizione per i nuovi reclute passando da 800.000 rubli ad agosto a 3 milioni di rubli ad ottobre. Questa cifra rappresenta un cambiamento significativo considerando che lo stipendio medio mensile della regione era di soli 55.000 rubli l’anno precedente. La situazione appare quindi tesa e in evoluzione rapida, con la necessità per la Russia di trovare soluzioni immediate per rafforzare le proprie forze militari e fronteggiare le sfide presenti nella regione contesa di Kursk.
Situazione critica a Kursk: Russia e Nord Corea pronte al confronto
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