13 luglio 2024 – 14:45
Nel 2023, il panorama degli alloggi sociali che hanno visto assegnazioni si presenta con un totale di 346 unità, registrando un calo di 109 rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il dato più preoccupante è emerso nel 2020, durante la pandemia, quando si è toccato il minimo storico di 258 assegnazioni. Questi dati sono stati resi noti dall’Osservatorio sulla condizione abitativa della Città di Torino, che ha anche evidenziato una diminuzione degli immobili gestiti dall’Agenzia Territoriale per la Casa messi a disposizione: solamente 325, il numero più basso degli ultimi 15 anni contro una media storica di circa 500.Nonostante questa situazione, le richieste di alloggi continuano ad aumentare in maniera significativa. L’ultimo bando per l’assegnazione delle case popolari ha raccolto ben 7.368 domande, segnando un incremento dell’8,5% rispetto al bando del 2018. Un dato sorprendente riguarda la provenienza dei richiedenti: il 49,2% proviene da paesi extracomunitari e supera per la prima volta gli italiani. Questo fenomeno riflette un cambiamento nel tessuto sociale della città di Torino, dove la popolazione è cresciuta dello 0,33%, corrispondente a circa 6.752 famiglie in più rispetto all’anno precedente.Attualmente sul territorio cittadino sono disponibili complessivamente 17.705 alloggi di edilizia sociale, ma ben il 68% di essi è stato costruito prima del 1981 e l’8% risulta attualmente sfitto. La gestione di due terzi di queste abitazioni è affidata all’Atc e spesso si trovano ad affrontare problemi legati ad occupazioni abusive o proteste per malfunzionamenti strutturali.La situazione complessiva appare intricata e le risorse a disposizione sembrano non essere sufficienti a fronteggiare le necessità abitative della città. I mancati rifinanziamenti del fondo per il contributo affitto e quello per la morosità incolpevole rappresentano ulteriori ostacoli da superare. Secondo l’assessore comunale alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelli, i dati raccolti mettono in luce una crescente domanda di abitazioni con canoni calmierati da parte di famiglie numerose, stranieri e pensionati che evidenziano un disagio abitativo diffuso nella realtà urbana torinese.