La situazione politica in Corea del Sud si fa sempre più intricata, con una inedita convergenza tra maggioranza e opposizione nel chiedere le dimissioni del presidente Yoon Suk-yeol dopo il caos generato dalla dichiarazione e successiva revoca della legge marziale. Il People Power Party, pur essendo al potere ma privo di una maggioranza parlamentare, si è unito al partito Democratico e alle altre forze di opposizione nell’esigere le dimissioni del capo dello Stato. Dopo un voto parlamentare congiunto che ha bloccato la mossa presidenziale e la revoca della legge marziale durante una riunione di gabinetto, le pressioni su Yoon sono aumentate. Il partito Democratico ha minacciato di avviare le procedure per l’impeachment in assenza delle dimissioni del presidente, definendo la dichiarazione di legge marziale come una violazione costituzionale grave. La richiesta di impeachment richiederebbe il sostegno di due terzi del Parlamento, quindi 200 deputati su 300: attualmente i democratici e gli altri partiti minori hanno 192 seggi. Tuttavia, il voto unanime contro la legge marziale da parte dei presenti in Parlamento ha incluso anche circa 10 voti provenienti dal People Power Party. Se Yoon venisse messo sotto accusa, verrebbe sospeso dai suoi poteri fino alla decisione della Corte costituzionale sul suo destino. Il People Power Party ha chiesto le dimissioni del presidente dopo che il suo leader ha sollecitato Yoon a spiegare una decisione presa senza il suo coinvolgimento e a rimuovere il ministro della Difesa ritenuto responsabile dell’incidente.
Situazione politica in Corea del Sud: pressioni per le dimissioni del presidente Yoon Suk-yeol crescono
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