09 aprile 2025 – 19:48
La luce del sole accendeva gli archi antichi e illuminava i visi curiosi di Carlo ed Elisabetta II mentre passeggiavano nel Foro Romano, accompagnati dallo stimolante Alberto Angela. Era una visita rapida ma densa di emozioni, come un’opera di Shakespeare, che aveva saputo catturare l’attenzione dei sovrani britannici. La loro presenza si era materializzata inaspettatamente: erano arrivati insieme e non separatamente come programmato. La distanza tra il loro punto di arrivo e la loro destinazione finale, davanti all’Arco di Tito, era di circa un centinaio di metri. In questo breve tragitto, Angela aveva cercato di coinvolgere i Reali in una storia lunga duemila anni, quella del Foro Romano. Per farlo si è messo nei loro panni e ha capito come doveva essere difficile per loro andare a passeggiare in un sito archeologico come faremmo noi invece con facilità. Quindi ha cercato di dare loro le cose che piacciono, che fanno innamorare partendo anche dai dettagli. Sono arrivati all’arco di Tito e si vedevano i marmi dei cavalli che erano piccoli come pony.Il cicerone è andato a spiegare l’incendio di Roma, parlando del Domus Aurea: “Guardi, Nerone non c’entra niente con l’incendio. Lui era nella sua Balmoral… o meglio Anzio”. La visita dei sovrani britannici ha avuto anche un piccolo prolungamento imprevisto: erano interessati a continuare e Angela è andato avanti, pensando che agli inglesi piacerebbe iniziare da dove finiva. Si sono trovati in qualche modo collegati con l’orazione funebre di Marco Antonio sul corpo di Giulio Cesare, un passaggio storico avvenuto là.Angela ha visto molta curiosità, uno spirito vivo e attento, uno spirito per nulla legato ai protocolli. I sovrani volevano cercare di capire il massimo nonostante il poco tempo a disposizione, cogliere appieno l’opportunità di questa visita.