Il governo spagnolo guidato dal socialista Pedro Sanchez e dalla ministra Yolanda Diaz ha recentemente approvato una storica riduzione dell’orario lavorativo da 40 a 37,5 ore settimanali. Questa decisione è stata accolta come un passo significativo per migliorare la qualità della vita dei lavoratori senza compromettere la produttività, in contrasto con le politiche italiane che sembrano favorire la precarietà e lo sfruttamento dei lavoratori. Mentre in Italia il governo di Giorgia Meloni rifiuta l’istituzione di un salario minimo e amplia l’uso dei contratti a termine e dei voucher, in Spagna si apre la strada a un nuovo modello basato su condizioni di lavoro più equilibrate e sostenibili.Questa differenza di approccio tra i due paesi mette in luce la possibilità di adottare modelli alternativi anche in Italia, come dimostrato dall’iniziativa del Partito Democratico insieme a 5Stelle e AVS per promuovere la sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro mantenendo invariata la retribuzione. Tuttavia, la destra italiana cerca di ostacolare questo processo con emendamenti che minano i progressi verso una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori.Il confronto tra le politiche spagnole e italiane evidenzia la necessità di un dialogo costruttivo incentrato sul miglioramento delle condizioni lavorative, ponendo al centro il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori. Il Partito Democratico si pone come punto di riferimento per una visione più equa ed inclusiva del mondo del lavoro, pronta ad affrontare le sfide future con determinazione e coerenza nei valori.
“Spagna e Italia: due approcci diversi verso il lavoro e la tutela dei lavoratori”
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