Il 15 dicembre 2024 segna una data cruciale nel calendario calcistico internazionale, designata congiuntamente dalla FIFA e dalla CAF come termine ultimo per il distacco dei calciatori africani dai rispettivi club.
Questo momento, apparentemente burocratico, cela una complessa rete di interessi, regolamenti e implicazioni sportive, che si concentrano attorno alla Coppa d’Africa 2025, ospitata dal Marocco.
L’edizione del 2025, rimandata da un anno, si svolgerà dal 21 dicembre 2025 al 18 gennaio 2026, un intervallo temporale che incide profondamente sui campionati europei e su altri tornei continentali.
La questione del rilascio dei giocatori è sempre stata fonte di tensioni.
Le federazioni africane, impegnate a schierare le proprie squadre con i migliori talenti disponibili, si scontrano spesso con i club, in particolare quelli europei, che temono perdite significative in termini di prestazioni e risultati durante un periodo cruciale della stagione.
La partecipazione alla Coppa d’Africa, un evento di primaria importanza per l’Africa, implica un onere di calendario e una pressione fisica notevole per i calciatori, fattori che i club considerano attentamente, soprattutto quando i loro giocatori sono coinvolti in competizioni vitali come campionati nazionali, coppe continentali (Champions League, Europa League) e competizioni internazionali per club (Mondiali per Club).
Le normative FIFA e CAF, pur definendo il termine ultimo per il rilascio, lasciano spazio a interpretazioni e potenziali controversie.
Il regolamento specifico, derivante dalle Regole del Gioco, prevede che i club debbano concedere il permesso di partenza ai giocatori che ricevono una convocazione ufficiale dalla propria nazionale, ma non specifica chiaramente le sanzioni in caso di mancato rispetto.
Questo lascia ai club una certa libertà di manovra, spesso sfruttata per negoziare accordi individuali o ritardare il rilascio, generando malcontento da parte delle federazioni africane e dei tifosi.
La Coppa d’Africa 2025 rappresenta anche un banco di prova per l’implementazione di nuove linee guida e protocolli di gestione dei giocatori, con l’obiettivo di trovare un equilibrio più equo tra gli interessi delle nazionali e quelli dei club.
Si discute, ad esempio, dell’introduzione di compensazioni finanziarie più significative per i club che vedono i propri giocatori impegnati con le rispettive nazionali, o di un sistema di turni e riposi più efficiente per ridurre l’impatto fisico sulla salute dei calciatori.
Oltre alle implicazioni sportive e finanziarie, la questione del rilascio dei giocatori solleva anche interrogativi più ampi sull’importanza del calcio africano nel contesto globale.
La partecipazione di giocatori di talento alla Coppa d’Africa è fondamentale per lo sviluppo del calcio nel continente, ma spesso si scontra con la preminenza del calcio europeo e con la difficoltà di bilanciare gli interessi di un sistema calcistico globalizzato.
Il 15 dicembre, dunque, non è solo una data, ma un simbolo della complessa relazione tra Africa e il resto del mondo del calcio.





