L’affermazione di una potenziale contendibilità per Roma e Milan, un’ipotesi che al di là di pronostici e calcoli aritmetici evoca interrogativi più profondi sull’evoluzione del panorama calcistico italiano, costituisce il fulcro del pensiero di Gian Piero Gasperini.
La sua riflessione, espressa alla vigilia dell’impegno contro il Milan a San Siro, va oltre la mera analisi tattica imminente, sondando le dinamiche di un campionato che si è progressivamente trasformato.
Lungi dall’affermare una concreta sfida allo scudetto o una potenziale qualificazione in Champions League, Gasperini si concentra sull’interpretazione del rapporto che la Roma intesse con una squadra come il Milan, riconoscendo in entrambe la capacità di erodere, partita dopo partita, le certezze delle favorite designate.
Non si tratta di una smentita categorica, ma di una sottile riformulazione della narrazione dominante.
Il tecnico, con la sua esperienza e la sua acuta sensibilità, non nega che l’Inter e il Napoli abbiano mantenuto, e forse accentuato, un vantaggio iniziale, alimentato da una maggiore solidità strutturale o da una concentrazione di talento superiore.
Tuttavia, l’osservazione cruciale risiede nella constatazione di un campionato radicalmente diverso dal passato.
Questo cambiamento non è dovuto a una singola variabile, ma a una combinazione di fattori.
L’evoluzione tattica, con una maggiore attenzione alla transizione e alla capacità di sfruttare gli spazi, ha livellato il divario tra le squadre.
La crescita esponenziale della preparazione atletica e della cura dei dettagli ha portato a una maggiore competitività in ogni singolo match.
Infine, la complessità sempre crescente del calcio moderno ha reso imprevedibili i risultati, erodendo le certezze e aprendo nuove possibilità.
L’equilibrio che caratterizza la stagione in corso non è un’anomalia, ma il riflesso di una tendenza strutturale.
Il calcio italiano, dopo anni di dominio di pochi club, sembra destinato a una maggiore pluralità di protagonisti, dove la capacità di adattamento, la resilienza e l’intelligenza tattica possono fare la differenza anche in assenza di un talento eccezionale.
L’analisi di Gasperini, pertanto, non è un’esaltazione di Roma e Milan, quanto una riflessione sulla profonda trasformazione del calcio italiano e sulla necessità di ripensare i criteri di valutazione delle squadre, liberandosi da schemi preconcetti e abbracciando la complessità di un campionato in continua evoluzione.
La partita di San Siro, in questo contesto, diventa un microcosmo di questa nuova realtà, un banco di prova per comprendere meglio le dinamiche di un campionato che si presenta come un affascinante e imprevedibile puzzle da risolvere.






