Stati Uniti bombardano lo Yemen: la crisi si fa sempre più grave

La crisi yemenita continua a scaldare le cronache internazionali, con la televisione Al-Masirah, strumento di comunicazione dei ribelli houthis, che segnala un nuovo episodio di violenza. Questa volta sono stati gli attacchi aerei statunitensi a colpire il governatorato di Saada, nel nord dello Yemen.Questa non è stata l’unica incursione degli Stati Uniti contro obiettivi houthis, ma neanche la prima: in realtà, si tratta del settimo giorno consecutivo in cui gli americani hanno bombardato aree controllate dai ribelli. La campagna aerea americana sembra quindi avere come obiettivo quello di indebolire il controllo che i houthis esercitano su gran parte dello Yemen, rendendo così più agevole l’intervento delle forze governative o addirittura degli emirati arabi.L’escalation bellica ha provocato una crescente preoccupazione per la popolazione civile. L’iniziativa militare americana ha infatti generato un’ondata di attacchi aerei che hanno colpito zone abitate e obiettivi militari houthis, creando terribili condizioni umanitarie.La posizione dello Yemen in questo conflitto non è però semplice. Questo Paese è infatti diviso tra due correnti principali: da un lato i governanti di Aden che sono sostenuti dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti, dall’altro gli houthis ribelli con il sostegno del Iran. Questa divisione politica e religiosa ha reso lo Yemen un teatro di guerra complesso in cui le potenze regionali sono alle prese per la supremazia.Sebbene gli Stati Uniti si siano dichiarati neutrali, non sembra che questo sia effettivamente così. Gli aerei statunitensi hanno infatti continuato ad attaccare obiettivi houthis con una frequenza tale da suscitare il sospetto di un coinvolgimento diretto nella guerra civile.La comunità internazionale dovrebbe preoccuparsi di questa escalation e cercare di mediare per trovare una soluzione pacifica.