“Stranieri ovunque”: la diversità artistica alla Biennale di Venezia

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Il ponte-alligatore, un’opera di grande impatto nel suo sapore quasi naif, racconta la storia di un inganno, un tradimento di fiducia che ha portato alla separazione tra popoli e luoghi diversi. Questo mito indo-brasiliano narrato dal collettivo Movimento dos Artistas Huni Kuin (Mahku) durante la 60ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, intitolata “Stranieri ovunque”, offre uno spaccato sulla migrazione e decolonizzazione, temi chiave della mostra curata da Adriano Pedrosa.Attraverso opere che abbracciano forme organiche e linguaggi artistici provenienti da terre a lungo marginalizzate nella storia dell’arte contemporanea, la mostra si articola attraverso i lavori di 331 artisti provenienti da contesti spesso estranei ai canoni tradizionali dell’arte. Pedrosa ha dato rilievo agli artisti Queer, Outsider, Folk o Popular e Indigeni, trattati come “stranieri in patria”, offrendo uno spazio espositivo che celebra la diversità e la bellezza marginale esclusa dai canoni dominanti del pensiero geo-politico.La Mostra accoglie i visitatori con una scritta neon del collettivo Claire Fontaine che dà il titolo all’esposizione. Attraversando le due sedi dei Giardini e dell’Arsenale si possono ammirare opere di artisti italiani operanti all’estero, insieme a una vasta gamma di lavori riuniti in diverse sezioni tematiche come Ritratti e Astrazioni. Dai dipinti di De Pisis alle trapunte di Pacita Abad, Emma Whitehorse e Omar Mismar, l’esposizione offre una panoramica ricca e variegata delle espressioni artistiche provenienti da tutto il mondo.La mostra non esita ad affrontare anche tematiche geopolitiche attuali, come il boicottaggio del padiglione d’Israele o le storie messicane rappresentate su giganteschi lavori esposti nell’Arsenale. La disobbedienza di genere e la diaspora sono altri elementi centrali che emergono attraverso le opere presentate nella sezione speciale dedicata all’Archivio della Disobbedienza.Nel contesto della Biennale Arte di Venezia emerge dunque un panorama artistico ricco e multiculturale che invita il pubblico a riflettere sul concetto stesso di appartenenza nazionale o culturale. Attraverso una vasta partecipazione internazionale e oltre 30 eventi collaterali, l’edizione attira l’attenzione su voci artistiche spesso trascurate ma fondamentali per arricchire il dialogo globale sull’arte contemporanea.

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