Studio scientifico sul pesce Timone nel Mediterraneo: nuove scoperte e impatto sull’ecosistema

Date:

29 luglio 2024 – 12:22

Un recente e approfondito studio scientifico ha gettato nuova luce sui cambiamenti in atto nel mar Mediterraneo, concentrandosi sull’espansione del pesce Timone e il suo impatto sull’ecosistema e la biodiversità. Il rinomato scienziato Francesco Tiralongo, professore presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università degli Studi di Catania nonché esperto di ecosistemi marini, ha condiviso in anteprima con il Corriere della Sera le sue riflessioni. Il Mar Mediterraneo, celebre per la sua straordinaria varietà biologica, sta diventando sempre più teatro dell’introduzione di nuove specie termofile, favorita dal progressivo riscaldamento delle acque. Questo fenomeno rappresenta una minaccia concreta per le specie autoctone. Tra le specie in espansione, i pesci del genere Kyphosus, noti come pesci Timone, stanno attirando particolare interesse da parte della comunità scientifica.La somiglianza morfologica tra le diverse specie appartenenti a questo genere rende complicata l’identificazione precisa delle varie specie presenti nelle acque mediterranee, generando confusione sulla loro distribuzione effettiva e sulla loro abbondanza nell’area. Fino ad oggi sono stati documentati 26 avvistamenti di pesci Kyphosus nel Mediterraneo, riportati in 24 articoli scientifici. Grazie alla collaborazione tra le università di Catania, Pavia e Torino è emersa una nuova ricerca che ha fatto chiarezza su questa questione.Il team di ricerca guidato da Francesco Tiralongo dell’Università di Catania e Alessandro Nota dell’Università di Pavia ha analizzato dettagliatamente la complessa storia del genere Kyphosus fornendo 13 nuovi avvistamenti lungo le coste mediterranee, finalmente chiarendo la distribuzione delle diverse specie. È importante sottolineare che il progetto AlienFish, un programma nazionale basato sulla partecipazione dei cittadini finalizzato al monitoraggio delle specie ittiche rare e non indigene nei mari italiani, ha giocato un ruolo fondamentale in questa ricerca.Al lavoro di ricerca hanno contribuito anche Antonio Torroni e Anna Olivieri dell’Università di Pavia insieme ad Alfredo Santovito dell’Università di Torino. Tiralongo ha evidenziato che grazie a questo studio sono stati sequenziati i mitogenomi di due esemplari identificati come Kyphosus vaigiensis. Le analisi filogenetiche hanno indicato che questi individui probabilmente provengono dall’Oceano Atlantico, escludendo quindi un’introduzione attraverso il Mar Rosso o altri vettori antropogenici. Le approfondite analisi morfologiche hanno permesso un’identificazione precisa della specie.

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