Romano Prodi ha espresso la necessità di superare l’unanimità e agire con determinazione, prendendo spunto dall’esempio dell’euro. Secondo l’ex Presidente della Commissione Europea, il principale ostacolo da affrontare è rappresentato dalla questione fiscale, in particolare riguardo a paesi come Irlanda, Lussemburgo e Cipro che traggono vantaggio dalle tasse degli altri. Prodi ha sottolineato come l’Irlanda sia passata da essere uno dei paesi più poveri d’Europa a possedere uno dei redditi pro capite più elevati del continente, dopo il Lussemburgo.Solo una volta risolto il problema fiscale si potrà affrontare la questione della difesa europea. Prodi ha ribadito la sua posizione a favore di una politica estera comune e di un esercito europeo integrato. Aumentare le spese militari senza aver prima istituito un esercito comune sarebbe un errore costoso, poiché attualmente la somma dei bilanci militari dei 27 paesi europei equivale a quello della Cina o addirittura lo supera leggermente, ma viene spesa in modo inefficiente.Il professore ha evidenziato la necessità di riequilibrare le disparità interne all’Unione Europea per poter realizzare un esercito europeo funzionale. Ha posto l’accento sulle differenze tra Germania e Francia in termini di bilancio militare e capacità strategiche, sottolineando la sfida che rappresenterebbe creare un esercito comune con queste disuguaglianze. Prodi ha messo in discussione il ruolo di comando della Germania data la sua maggiore disponibilità economica rispetto alla Francia, che detiene armamenti nucleari e diritto di veto alle Nazioni Unite. La costruzione di un esercito europeo richiederebbe quindi una ridefinizione degli equilibri interni per garantire efficienza ed equità nel sistema difensivo comune dell’UE.
Superare l’unanimità per un’esercito europeo funzionale: le sfide di Romano Prodi
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