Svolta positiva nel confronto tra sindacati medici e autorità sanitarie: accordo su limitare l’intramoenia per ridurre liste d’attesa.

Date:

12 febbraio 2025 – 11:45

Durante l’ultimo confronto avvenuto tra i rappresentanti dei sindacati medici e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi, si è finalmente giunti a un punto di svolta dopo tre ore di serrato dibattito. La questione iniziale riguardava il divieto delle visite private negli ospedali, che aveva scatenato una vera e propria guerra verbale. Tuttavia, la determinazione dell’assessore a ridurre le liste di attesa ha portato a un cambio di prospettiva da entrambe le parti coinvolte.Durante il confronto, è emerso che la pratica della libera professione in intramoenia non è direttamente correlata all’allungamento delle liste d’attesa, come erroneamente si potrebbe pensare. È stato sottolineato che impedire l’intramoenia e aumentare le prestazioni aggiuntive non risolverebbe il problema alla radice. Inoltre, è emersa la possibilità di sospendere temporaneamente l’intramoenia solo in casi estremi e per specialità particolarmente afflitte da lunghe attese, garantendo ai medici un compenso adeguato per il tempo impiegato nel servizio pubblico.L’accordo raggiunto prevede quindi un compromesso tra le esigenze dei medici e la necessità di ridurre le liste d’attesa: da una parte si riconosce la legittimità dell’intramoenia come pratica professionale, dall’altra si valuta la possibilità di limitarla in situazioni critiche per favorire un migliore accesso alle cure da parte dei pazienti. Questo passaggio importante ha segnato una svolta nelle trattative tra le parti coinvolte, dimostrando che attraverso il dialogo e la mediazione si possono trovare soluzioni condivise anche in contesti complessi come quello sanitario.In conclusione, l’impegno congiunto di sindacati medici e autorità sanitarie nel trovare un equilibrio tra esigenze professionali e necessità dei pazienti rappresenta un passo significativo verso una gestione più efficiente ed equa del sistema sanitario. L’apertura al dialogo e alla collaborazione dimostra che è possibile superare gli ostacoli e lavorare insieme per migliorare l’accessibilità alle cure senza penalizzare i professionisti della salute.

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