21 gennaio 2025 – 12:45
La questione del finanziamento per il patrocinio legale delle donne vittime di violenza e maltrattamenti si presenta come un nodo cruciale, con riflessi significativi sulle politiche di pari opportunità. La decisione della giunta regionale piemontese di ridurre i fondi destinati a questo importante settore ha destato preoccupazione e proteste da parte di esperti e attivisti. Il taglio di 170, 100 o 70 mila euro a seconda delle stime, rappresenta una svolta che potrebbe compromettere l’accesso delle donne a un’assistenza legale specializzata e sensibile alle problematiche legate alla violenza di genere.L’avvocata Anna Ronfani, vicepresidente di Telefono Rosa, ha sottolineato l’importanza del fondo regionale che consente alle donne non solo di affrontare le spese legali, ma anche di usufruire di un supporto professionale qualificato. A differenza del fondo nazionale, quello piemontese permette anche il sostegno nelle procedure civili, garantendo un approccio più empatico e competente da parte degli operatori. Tuttavia, la diminuzione dei finanziamenti rischia di compromettere questi importanti servizi e mettere a repentaglio la sicurezza e l’autonomia delle donne in situazioni vulnerabili.Le opposizioni politiche e gli attivisti chiedono un ripensamento della decisione e un potenziamento dei fondi per contrastare efficacemente la violenza economica e fisica nei confronti delle donne. La consigliera Nadia Conticelli evidenzia il grave problema dei femminicidi in Italia, sottolineando la necessità di interventi mirati e incisivi per proteggere le vittime. La Regione Piemonte si è distinta per aver introdotto nel 2016 una legge contro la violenza di genere, dimostrando una sensibilità particolare verso questa tematica.L’impegno dell’assessora Marina Chiarelli nel ripristinare i fondi durante l’assestamento del bilancio rappresenta una speranza per mantenere vivo il sostegno alle donne in difficoltà. L’importanza della tutela legale e dell’aiuto concreto alle vittime deve essere al centro delle politiche regionali, garantendo loro diritti fondamentali come l’autodeterminazione e l’accesso a difensori specializzati ed empatici. Solo attraverso un impegno costante e una visione inclusiva sarà possibile contrastare efficacemente la violenza di genere e promuovere una società più equa e solidale per tutte le sue componenti.