23 agosto 2024 – 15:20
Nuovi episodi di tensione si sono verificati nelle carceri di Ivrea e Torino, confermando la situazione critica degli istituti penitenziari piemontesi, diventati un problema nazionale a causa delle continue rivolte dei detenuti. A Torino, i detenuti del padiglione B hanno rifiutato di rientrare nelle loro celle a causa della presenza di scarafaggi, una problematica sollevata più volte e che ha portato i detenuti a sigillare le finestre delle celle con materiali improvvisati per proteggersi dagli insetti, compromettendo però la ventilazione durante le giornate calde. La decisione di non rientrare in cella è stata motivata dalla solidarietà verso un compagno impossibilitato a sottoporsi a una radiografia. Dopo una lunga trattativa con la polizia penitenziaria, la protesta si è conclusa solo verso mezzanotte coinvolgendo detenuti di diverse sezioni del padiglione.A Ivrea, due detenuti hanno tentato di parlare con l’educatrice arrampicandosi sul muro del cortile durante il tempo libero. Nel frattempo, altri reclusi al terzo piano hanno aggredito un compagno di cella, probabilmente per questioni interne legate al potere. L’aggressore è stato successivamente curato in ospedale e dimesso nella stessa serata. Al secondo piano ci sono stati scontri tra due detenuti mentre nel reparto d’isolamento altri due si sono opposti a rientrare nelle celle.Il sindacato della polizia penitenziaria Osapp ha denunciato questi ultimi eventi chiedendo l’intervento urgente del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Inoltre, ha evidenziato che da diversi anni il carcere di Ivrea è privo di un comandante di reparto, lasciando il personale senza direttive chiare. Una situazione analoga si riscontra nel carcere di Torino dove manca il comandante titolare del reparto. Nonostante il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria abbia numerosi dirigenti in tutto il paese, la carenza di leadership nei singoli istituti sta generando gravi problemi operativi e gestionali.