07 novembre 2024 – 19:33
L’audizione del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, alle commissioni Cultura di Camera e Senato si è conclusa in modo infuocato. La tensione è stata generata dal senatore pentastellato Luca Pirondini, il quale ha mostrato insoddisfazione per le risposte fornite dal ministro ai quesiti dei parlamentari, interrompendo più volte il titolare del Collegio Romano. Pirondini ha espresso chiaramente la sua irritazione: “Se non sa le risposte ci dica che non le sa”, riferendosi alla situazione delle fondazioni lirico-sinfoniche. Il ministro ha cercato di porre fine alla discussione suggerendo di affrontare l’argomento in un’altra sede.Tuttavia, Pirondini ha continuato a insistere e solo l’intervento deciso del presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, ha riportato ordine nell’aula. Mollicone ha richiamato Pirondini al rispetto delle regole parlamentari, sottolineando che una volta poste le domande i parlamentari devono ascoltare la replica del ministro senza interruzioni.Nonostante gli sforzi per placare la polemica, il clima rimaneva teso. Giuli, visibilmente provato dalla situazione, ha citato le parole di Ulisse nell’Odissea: “Sopporta, cuore mio”. Infine, con un tono pacato ma deciso, il ministro ha concluso dicendo di aver risposto a tutte le domande e considerando chiusa la sua partecipazione all’audizione.Successivamente è giunta una nota da parte di Pirondini in cui si esprime netta disapprovazione nei confronti del comportamento del ministro Giuli durante l’audizione. Il senatore M5s lamenta che nessuna delle domande poste sia stata adeguatamente risposta dal ministro e critica duramente un’affermazione erronea riguardante la natura pubblica delle fondazioni liriche.Pirondini ha anche denunciato un presunto atteggiamento intimidatorio da parte del presidente Mollicone durante l’incontro parlamentare. Ha evidenziato come sia fondamentale per i ministri rispondere alle interrogazioni dei parlamentari e come questi ultimi abbiano il dovere di porre domande a nome dei cittadini. In conclusione, Pirondini ha condannato fermamente qualsiasi forma di limitazione alla libertà espressiva all’interno del Parlamento come un pericoloso precedente da evitare.