A Singapore, sui blocchi di partenza dei Mondiali di Nuoto, si è assistito a una contesa al cardiopalma nei 50 metri farfalla, culminata con la conquista del bronzo per il talento italiano Thomas Ceccon.
La vittoria, tuttavia, è andata al francese Maxime Grousset, capace di fermare il cronometro in 22”48, precedendo lo svizzero Noè Ponti (22”51) e lo stesso Ceccon, giunto a toccare in 22”67.
La prestazione di Ceccon, pur gratificante con una medaglia, lascia intravedere un potenziale inespresso, come lo stesso nuotatore ammette con una velata amarezza.
“Sono partito un po’ storto,” confessa Ceccon, subito dopo la gara.
“Con una partenza più fluida, più efficace, avrei potuto ambire all’oro.
Gli altri hanno semplicemente espresso una brillantezza superiore in questa specifica occasione.
”L’analisi post-gara rivela un dettaglio cruciale, un fattore che potrebbe aver influito sull’andamento della sua performance: la sequenza delle gare.
Ceccon aveva richiesto uno spostamento nel programma, un’inversione tra la finale dei 50 farfalla e la semifinale dei 100 dorso, competizione che aveva disputato poco prima.
La richiesta, tuttavia, non è stata accolta.
Questo elemento sottolinea l’importanza, nel nuoto di massima competizione, della gestione ottimale del carico fisico e mentale.
La consecutio delle prove, la possibilità di recuperare e prepararsi al meglio per ogni batteria, è un aspetto tecnico e logistico che può fare la differenza tra il successo e l’insoddisfazione.
La dichiarazione di Ceccon, a margine della gara, non è solo un’espressione di rammarico, ma anche un’indicazione di come la sua preparazione, la sua strategia, la sua capacità di interpretare la competizione avrebbero potuto condurlo verso un risultato ancora più prestigioso.
L’esperienza a Singapore, nonostante il bronzo, si configura dunque come un’opportunità di crescita, un punto di partenza per affinare ulteriormente la sua tecnica, la sua tattica e la sua capacità di ottimizzare ogni aspetto della sua performance, in vista di future competizioni.
La sua ambizione, forte e chiara, resta un segnale per il futuro del nuoto italiano.