Il futuro dell’Europa, un interrogativo pressante nell’odierno panorama globale, trova una stimolante riflessione in “Cosa resta dell’Europa” di Pierluigi Franco (Rubbettino).
Lungi dall’offrire risposte definitive, il saggio si configura come un’indagine lucida e articolata, che disseziona le complesse dinamiche che plasmano il Vecchio Continente, smontando illusioni e invitando a una riflessione critica.
L’ambizione di un’Europa federale, un sogno coltivato per decenni, sembra essersi arenata contro le rocce di sovranismi e interessi divergenti.
L’autonomia politica dell’Unione Europea, in un mondo multipolare caratterizzato da crescenti tensioni geopolitiche e dalla preminenza di potenze emergenti, appare spesso relativa, condizionata da fattori esterni e dalle logiche di potere interne.
Il volume di Franco non si limita a constatare questo dato di fatto, ma ne esplora le radici storiche e le implicazioni contemporanee.
L’analisi del saggio non si limita a una cronistoria dell’integrazione europea.
Franco ricostruisce il percorso che, dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale, ha portato alla nascita delle Comunità Europee, tracciando le tappe fondamentali, dai Trattati di Roma, pilastri fondativi del progetto comunitario, al Trattato di Maastricht, che ha sancito l’introduzione dell’euro e ha ampliato le competenze dell’Unione.
Tuttavia, l’autore non esita a sottolineare le crepe e le contraddizioni che hanno accompagnato questo percorso, evidenziando come l’espansione a 27 Stati membri abbia acuito le difficoltà di coordinamento e di gestione.
Un aspetto cruciale dell’indagine di Franco è la critica serrata alle debolezze strutturali dell’Unione Europea.
L’autore scava nel labirinto delle procedure decisionali, mettendo in luce le disfunzioni del sistema istituzionale e le complessità del diritto comunitario.
L’accentramento di potere a Bruxelles, la scarsa trasparenza delle decisioni, la difficoltà di garantire la partecipazione democratica dei cittadini europei sono tutti elementi che, a suo avviso, minano la legittimità e l’efficacia dell’Unione.
Oltre alle critiche istituzionali, il saggio affronta le sfide economiche e sociali che l’Europa si trova ad affrontare.
La crisi del debito sovrano, la disoccupazione giovanile, le disuguaglianze sociali, le migrazioni, il cambiamento climatico sono solo alcune delle emergenze che mettono a dura prova la coesione e la prosperità del continente.
Franco non propone soluzioni semplicistiche, ma invita a un ripensamento radicale delle politiche europee, orientate a promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
L’opera si configura quindi non come un resoconto esaustivo, ma come un’occasione per interrogarsi sul futuro dell’Europa, stimolando un dibattito pubblico ampio e consapevole, capace di superare i pregiudizi e le semplificazioni, per guardare al futuro con spirito critico e propositivo.
L’eredità del progetto europeo, lungi dall’essere conclusa, richiede una costante revisione e un rinnovato impegno per costruire un’Europa più giusta, solidale e capace di affrontare le sfide del XXI secolo.