Torino: nodo internazionale per la biodiversità microbica e la ricerca sostenibile

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06 marzo 2025 – 08:45

Torino si distingue come protagonista a livello internazionale in un ambito poco conosciuto ma fondamentale: il nodo italiano dell’infrastruttura di ricerca MIRRI-ERIC, il consorzio europeo dedicato alla conservazione, caratterizzazione, distribuzione e valorizzazione della biodiversità e delle risorse microbiche. Le implicazioni di questa iniziativa sono molteplici e cruciali per settori chiave come la salute, l’agroalimentare, l’energia e l’ambiente. Il sforzo congiunto del MIRRI-ERIC coinvolge 50 Centri di risorse microbiologiche, collezioni di colture e istituti di ricerca che offriranno alle comunità bioscientifiche e bioindustriali un accesso facilitato a una vasta gamma di microrganismi di alta qualità, derivati, dati e servizi correlati.Il ruolo centrale di Torino nel Nodo Nazionale italiano MIRRI-IT è affidato al CNR e all’Università locale che coordineranno le attività nell’ambito del National Coordinators Forum delle Infrastrutture. La ricerca mira a esplorare il vasto territorio ancora inesplorato rappresentato dal 90% della biodiversità microbica rimasta da scoprire, considerando l’Italia come un hotspot mondiale per la biodiversità. Grazie alla Joint Research Unit MIRRI-IT nata nel 2017 con la partecipazione di 27 Istituzioni, la comunità microbiologica italiana ha compiuto progressi significativi grazie al Progetto PNRR SUSMIRRI.IT che ha rafforzato l’infrastruttura per una bioscienza sostenibile coordinata dall’Università torinese.L’Italia vanta un network di collezioni microbiche tra i più completi al mondo che comprende diversi tipi di microrganismi come virus, batteri, funghi filamentosi e lieviti, microalghe gestito da esperti attivi nei settori strategici per lo sviluppo nazionale. Oltre al contributo nel settore agroalimentare, le collezioni italiane giocano un ruolo fondamentale nella sorveglianza dei patogeni, nello sviluppo tecnologico per bonifiche ambientali, nella ricerca di molecole bioattive per farmaceutica e cosmetica oltre alla produzione di biomateriali innovativi. Questa visione si inserisce perfettamente nell’ottica della bioeconomia sostenibile che promuove la caratterizzazione dei microbiomi e l’identificazione

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