venerdì 26 Settembre 2025
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Aggressione di lupo in Val Chisone: pastore ferito, allarme allevatori

L’incidente avvenuto in alta Val Chisone, precisamente a Usseaux, rappresenta un evento di allarme e una drammatica escalation nel rapporto tra attività zootecnica tradizionale e la reintroduzione del lupo in ambiente alpino.
Un pastore, intento nella cura del suo gregge, è stato vittima di un’aggressione diretta da parte di un esemplare di lupo, un episodio senza precedenti nelle Alpi piemontesi, secondo quanto denunciato dall’associazione Adialpi, voce autorevole che rappresenta gli interessi degli allevatori transumanti.
La dinamica, come ricostruita, vede il pastore intervenire per proteggere una pecora già oggetto di un tentativo di attacco da parte di due lupi.
Mentre uno degli esemplari si ritirava, l’altro, con aggressività inaspettata, si è avventato sull’uomo, provocandone la caduta e infliggendo una ferita mordente alla gamba.
La prontezza di un cane da pascolo, agendo da deterrente, ha permesso al pastore di liberarsi e allontanare il predatore, evitando ulteriori lesioni.
L’uomo, soccorso e medicato presso il pronto soccorso, ha ricevuto le prime cure ed è stato dimesso con prognosi favorevole, sebbene l’episodio abbia lasciato tracce di profondo turbamento.

La segnalazione dell’accaduto è stata prontamente inoltrata alle autorità competenti, in particolare ai Guardaparco, i quali dovranno avviare accertamenti per identificare l’esemplare coinvolto e valutare la sua pericolosità.
Giovanni Dalmasso, presidente di Adialpi, non ha esitato a definire la vicenda “gravissima”, sottolineando come questo evento debba costituire un punto di svolta.

La sua denuncia è un appello urgente alla politica e all’amministrazione, affinché non si continui a ignorare i crescenti rischi che quotidianamente affrontano i pastori e gli allevatori impegnati nell’attività di alpeggio.
L’episodio solleva interrogativi complessi, che vanno oltre la mera gestione della fauna selvatica.

La reintroduzione del lupo, pur perseguendo obiettivi di riequilibrio ecosistemico, necessita di un’attenta valutazione dei suoi impatti socio-economici, in particolare nelle aree montane dove l’allevamento rappresenta una risorsa fondamentale per la sopravvivenza delle comunità locali.
È imprescindibile promuovere un dialogo costruttivo tra tutti gli stakeholder, coinvolgendo rappresentanti degli allevatori, ambientalisti, istituzioni e scienziati, per individuare soluzioni sostenibili che concilino la tutela della biodiversità con la salvaguardia delle attività tradizionali e la sicurezza delle persone.
La questione non è solo quella di proteggere il lupo, ma di garantire la convivenza pacifica e sicura tra uomo e natura, evitando che la paura e l’intolleranza prendano il sopravvento.

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