A trentatre anni esatti dal tragico evento che lo strappò alla vita, Alessandria rende omaggio al giudice Paolo Borsellino, erigendo un monumento nel parco di via Parri, nel quartiere Cristo, un’area ora denominata in memoria del magistrato e del suo compagno d’armi, Giovanni Falcone.
L’opera, frutto dell’estro dell’artista locale Lele Gastini, si configura come un segno tangibile di memoria e impegno civile, un punto di riferimento visivo e spirituale per la comunità.
L’inaugurazione, sobria ma carica di significato, ha rappresentato un momento di riflessione profonda sul valore della legalità e sulla necessità di perpetuare l’eredità di due figure emblematiche della lotta alla mafia.
L’assessore comunale Michelangelo Serra, esponente del Movimento 5 Stelle, ha sottolineato come la commemorazione di Falcone e Borsellino non sia un mero esercizio di memoria, ma una scelta etica, un atto di coraggio che definisce la posizione di chi, come l’amministrazione comunale, intende percorrere la strada della giustizia e della trasparenza.
“Camminare sulle loro gambe” – ha affermato Serra – significa riaffermare il rifiuto di ogni forma di compromesso con la criminalità organizzata e l’impegno a costruire una società più equa e sicura.
L’iniziativa, promossa dall’associazione “Riprenditi Alessandria”, si è avvalsa del sostegno di Libera, l’associazione che promuove la cultura della legalità, e di Ideale 2050, un network di giovani impegnati nella costruzione di un futuro sostenibile e inclusivo.
La collaborazione tra queste realtà dimostra come la lotta alla mafia e la costruzione di una società civile debbano essere affrontate con un approccio sinergico, coinvolgendo istituzioni, associazioni e cittadini.
L’opera di Gastini, al di là della sua estetica, incarna il profondo significato del ricordo: non una celebrazione statica del passato, bensì un catalizzatore per un futuro in cui i principi di giustizia, onore e coraggio, incarnati da Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, continuino a illuminare il cammino di Alessandria e dell’Italia intera.
La sua presenza nel quartiere Cristo, area storicamente segnata da marginalità sociale, si pone come un messaggio di speranza e di riscatto, un invito a riappropriarsi del proprio territorio e a costruire un futuro di legalità e progresso.
L’opera non è solo un monumento, ma un monito costante, un invito alla vigilanza e alla partecipazione attiva nella difesa dei valori democratici.