Un’onda umana, stimata in diecimila persone, ha investito Alessandria oggi, configurando la più affluente mobilitazione mai vista in città.
La manifestazione, unitaria e sentita, si è sviluppata nell’ambito di uno sciopero generale indetto dalle sigle sindacali Cgil e dai sindacati di base, trasformando le strade del capoluogo in un fiume inarrestabile di voci e cartelli.
L’itinerario programmato è stato reinterpretato, con i manifestanti che hanno scelto di occupare il cavalcavia, rimarcando visivamente la loro presenza e la determinazione a farsi sentire.
Il corteo, imponente e privo di una chiara terminazione, si è mosso in una marcata opposizione al genocidio in Palestina, entrando successivamente nel quartiere Cristo, dove la partecipazione attiva ha assunto connotati ancora più intensi.
Tra i presenti, anche Federico Fornaro, esponente del Pd-Idp, a testimonianza di un supporto trasversale alla causa.
L’intera giornata è stata caratterizzata da una reazione veemente alle dichiarazioni rilasciate dal Ministro Salvini e dalla Lega alessandrina, relative agli scontri del giorno precedente con le forze dell’ordine, nel tentativo di accesso alla stazione ferroviaria.
Questa risposta collettiva ha assunto toni di denuncia e critica nei confronti delle strategie repressive adottate.
“Condanniamo fermamente questa gestione dell’ordine pubblico,” dichiarano da Sinistra Italiana, “e smaschriamo il tentativo governativo di delegittimare le piazze, che con la loro voce coraggiosa stanno cercando di redimere la profonda vergogna di una complicità istituzionale con un genocidio.
“La rivendicazione centrale è la difesa del diritto alla manifestazione, un diritto costituzionale inalienabile che non può essere limitato o negato, specialmente quando si tratta di denunciare crimini di guerra e violazioni sistematiche del diritto internazionale.
La mobilitazione alessandrina si configura, dunque, non solo come una protesta contro la situazione in Palestina, ma anche come un atto di rivendicazione dei diritti civili e della libertà di espressione, elementi imprescindibili per una società democratica e consapevole.
La forza della manifestazione risiede nella sua capacità di esprimere una crescente indignazione e una profonda preoccupazione per la deriva autoritaria che sembra investire le istituzioni, chiamando a una riflessione urgente sui valori fondanti della convivenza civile e sulla necessità di tutelare i diritti umani, ovunque essi siano calpestati.