L’innalzamento delle temperature globali sta scolpendo un drammatico cambiamento nel paesaggio alpino piemontese, manifestandosi in un accelerato ritiro dei ghiacciai e in un aumento esponenziale degli eventi franosi.
La Crisi Climatica, esacerbata da ondate di calore sempre più intense e dalla conseguente ascesa dello zero termico, sta mettendo a dura prova l’equilibrio ecologico delle Alpi Graie, con ripercussioni dirette sulla sicurezza delle comunità montane.
La Carovana dei ghiacciai, in collaborazione con Legambiente, Cipra Italia e la Fondazione Glaciologica Italiana, ha recentemente concluso la sua tappa piemontese, offrendo un quadro allarmante e puntuale.
I dati aggiornati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente rivelano un incremento significativo degli eventi meteorologici estremi: tra gennaio e agosto 2025, il Piemonte ha subito 23 episodi, un balzo del 27,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La provincia di Torino, ancora segnata dalle cicatrici dell’alluvione del settembre 2024 che devastò le Valli di Lanzo, è stata la più colpita.
Il Pian della Mussa, in particolare, resta una ferita aperta, un monito tangibile della fragilità del territorio.
A livello regionale, i 107 ghiacciai presenti – concentrati prevalentemente nella provincia di Torino – stanno subendo una regressione costante e preoccupante.
La superficie ghiacciata, che nel 1959 si estendeva per 56 chilometri quadrati, si è ridotta drasticamente a 30 chilometri quadrati nel 2007, per poi raggiungere i 22 chilometri quadrati nel 2024.
Questa erosione glaciale non è solo una questione estetica; la fusione accelerata dei ghiacciai influenza direttamente i regimi idrici, aumenta il rischio di frane e valanghe, e compromette la stabilità dei versanti.
“La tappa piemontese della Carovana dei ghiacciai illustra in modo eloquente le trasformazioni in atto in alta quota”, afferma Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di Cipra Italia.
“Il percorso, caratterizzato dall’attraversamento di torrenti carichi di detriti, sentieri dove un tempo si trovava la neve anche in estate e l’impatto visivo dei bacini glaciali che si restringono, testimonia l’urgenza di un’azione concertata a livello europeo.
”L’esperienza piemontese sottolinea la necessità di un monitoraggio europeo dei ghiacciai, come proposto nel Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai.
La collaborazione tra CNR-Irpi, Arpa Piemonte e la Fondazione Glaciologica Italiana rappresenta un “laboratorio straordinario” e un modello virtuoso per l’Italia, focalizzato sulla ricerca scientifica e sulla comprensione dei processi in atto.
La sfida ora è tradurre questa conoscenza in strategie di adattamento e mitigazione efficaci, che proteggano le comunità locali e preservino il patrimonio naturale alpino per le generazioni future.
Il futuro delle Alpi piemontesi dipende dalla capacità di agire con prontezza e determinazione di fronte a questa crisi climatica senza precedenti.