Incendio doloso a Mongrando: la rabbia di un agricoltore distrugge il bosco.

Un episodio gravissimo ha scosso la comunità di Mongrando (Biella), dove un incendio doloso ha devastato un’area boschiva al confine con terreni agricoli di proprietà.

L’intervento tempestivo dei Carabinieri Forestali di Sordevolo, allertati dall’associazione Aib (Antincendi Boschivi) che aveva rilevato l’anomalia, ha permesso di identificare e denunciare un uomo di 63 anni come responsabile delle fiamme.
L’accertamento della natura dolosa è stato reso possibile dall’individuazione di due distinti focolai, elemento che escludeva una combustione accidentale.
L’indagine, condotta con l’ausilio di sistemi di videosorveglianza, ha rivelato un quadro inquietante: l’autore dell’incendio, un agricoltore locale, sembra animato da una profonda e consolidata frustrazione nei confronti della presenza boschiva, percepita come un ostacolo alla massimizzazione del proprio guadagno agricolo.

Questa visione non è nata con l’evento, ma affonda le radici in un passato costellato di manifestazioni di volontà di limitare l’espansione del bosco, una politica volta a favorire l’aumento della superficie coltivabile.
La dinamica rivela una complessa interazione tra interessi economici e gestione del territorio.

L’incendio, infatti, non è solo un atto di vandalismo, ma anche un tentativo di alterare la conformazione del paesaggio per ottenere vantaggi economici diretti.

L’aumento della superficie utilizzabile per lo sfalcio avrebbe consentito all’agricoltore di accedere a maggiori contributi agricoli, un incentivo finanziario legato alla produttività agricola che, in questo caso, è stato perseguito con un gesto criminale.
L’episodio solleva interrogativi cruciali sulla gestione del territorio, sulla sostenibilità delle pratiche agricole e sulla necessità di una maggiore sensibilizzazione verso la tutela dell’ambiente.
L’azione dell’agricoltore non solo ha causato danni ambientali inestimabili, ma ha anche messo a repentaglio la sicurezza della comunità e evidenziato una pericolosa conflittualità tra interessi privati e bene comune.

La vicenda sottolinea, inoltre, l’importanza di un’attenta analisi delle politiche agricole e dei meccanismi di incentivazione, al fine di evitare che la ricerca di un tornaconto economico possa spingere a comportamenti irresponsabili e dannosi per l’ecosistema.
La tutela del patrimonio boschivo, inoltre, necessita di un approccio integrato che coinvolga la prevenzione, il controllo e la sensibilizzazione, affiancato da un sistema di sanzioni severe per chiunque danneggi il territorio.

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