Ondata di mobilitazione nazionale per Gaza: un paese paralizzato dalla protestaUn’inattesa ondata di scioperi e proteste ha investito l’Italia, paralizzando infrastrutture vitali e interrompendo la vita quotidiana in un gesto di solidarietà nei confronti del popolo palestinese e in risposta alla situazione umanitaria disastrosa a Gaza.
L’azione, organizzata da una rete eterogenea di collettivi studenteschi, associazioni pacifiste, sindacati e gruppi di attivisti, ha visto la partecipazione di decine di migliaia di persone in tutto il paese, con impatti significativi su trasporti, porti, università e attività produttive.
A Napoli, una folla stimata di quindici mila persone ha espresso la sua rabbia e il suo appoggio alla causa palestinese, esponendo striscioni e simboli della resistenza.
A Bologna, il blocco degli accessi all’Università ha fatto da preludio a una manifestazione di oltre cinquantamila persone, che ha visto la temporanea interruzione del traffico sulla tangenziale, sull’A14 e sul ponte mobile, culminando in alcuni arresti.
La violenza, seppur marginale, si è manifestata con lanci di fumogeni e sassi, generando una risposta delle forze dell’ordine con l’utilizzo di lacrimogeni.
Trieste ha visto una partecipazione di sette mila persone, mentre a Roma, le stime sulla affluenza variano ampiamente, oscillando tra i cinquantamila e i centomila manifestanti.
Il corteo, partito da Piazza dei Cinquecento, ha visto episodi di contestazione nei confronti delle istituzioni scolastiche e un successivo tentativo di occupazione della Facoltà di Lettere all’Università La Sapienza.
A Genova, un corteo di ventimila persone è stato accompagnato da un tentativo di bloccare il casello autostradale di Genova Ovest, sventato dalle forze dell’ordine.
Il sistema portuale è stato duramente colpito, con blocchi e rallentamenti a Livorno, La Spezia, Marghera e, tentato, a Catania.
A Milano, la protesta si è intensificata in scontri alla Stazione Centrale, con feriti e arrestati.
Torino ha visto il blocco degli ingressi al Campus Einaudi, mentre a Palermo, la manifestazione si è svolta pacificamente, a differenza di Catania, dove un gruppo di giovani ha tentato, invano, di forzare l’accesso al porto.
L’azione di protesta ha assunto toni simbolici e a tratti provocatori, con la pubblica distruzione di immagini della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Premier israeliano Benjamin Netanyahu, e con l’utilizzo di azioni di disobbedienza civile come l’incatenamento a un semaforo ad opera degli attivisti di Ultima Generazione.
Il blocco del casello autostradale di Calenzano (Firenze) e l’assedio alla sede di Leonardo a Campi Bisenzio, con lancio di sassi, hanno ulteriormente amplificato l’impatto dell’iniziativa.
Questa mobilitazione nazionale, la cui portata e coordinamento rimangono oggetto di analisi, riflette un crescente disagio nell’opinione pubblica italiana nei confronti del conflitto israelo-palestinese e della drammatica emergenza umanitaria a Gaza, evidenziando la capacità di un movimento sociale ampio e diversificato di influenzare significativamente la vita del paese.
L’impatto economico, oltre alle conseguenze sociali, è destinato a suscitare un dibattito acceso sulle modalità di espressione del dissenso e sul ruolo delle istituzioni nel garantire la sicurezza e la libertà di manifestazione.