domenica 28 Settembre 2025
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Nuova ricerca per il dottor Ivaldo, scomparso nel Monviso

La Prefettura di Cuneo ha riattivato le operazioni di ricerca del dottor Nicola Ivaldo, stimato professionista di 66 anni scomparso nel territorio impervio del Monviso tra il 15 e il 16 settembre dell’anno precedente.
L’iniziativa, disposta con formale ordinanza, riflette la persistente speranza e la necessità di esaurire ogni possibile scenario, in conformità con i protocolli di sicurezza e le procedure di gestione delle emergenze.

Un complesso coordinamento interforze è stato immediatamente istituito, coinvolgendo specialisti del Soccorso Alpino e Speleologico, unità operative della Guardia di Finanza e personale dei Vigili del Fuoco.
La sinergia di queste forze, ognuna con competenze specifiche, mira a massimizzare l’efficacia delle ricerche in un ambiente montano notoriamente ostile e inospitale.
La pianificazione, frutto di analisi approfondite e consultazioni tecniche, integra l’impiego di droni dotati di sensori avanzati e la presenza di squadre di terra altamente qualificate, esperte nella progressione e nella localizzazione in terreni impervi e zone di difficile accesso.
Le attività si estenderanno nei prossimi giorni, con interventi previsti anche domani e giovedì, a seconda delle condizioni meteorologiche e della valutazione costante delle possibilità di successo.
Nicola Ivaldo, noto per la sua abilità e familiarità con l’ambiente montano, intraprese un’escursione in solitaria il 14 settembre, con destinazione il vallone di Vallanta, situato a monte di Pontechianale.
L’ultima comunicazione rilevata dal suo dispositivo mobile è stata geolocalizzata in prossimità della cima del Monviso, mentre la sua autovettura è stata rinvenuta nella zona della diga di Pontechianale.
La prima fase di ricerca, avviata il 16 settembre, venne compromessa da un evento meteorologico avverso: una significativa e improvvisa nevicata, che rese estremamente difficile la progressione delle squadre e la visibilità.

I ripetuti sorvoli aerei condotti in un secondo momento non portarono ad esiti positivi, e, in ragione delle circostanze, il piano di ricerca iniziale venne sospeso nel mese di ottobre.
Il riavvio delle operazioni segna un momento significativo, dettato da nuovi elementi e dalla disponibilità di tecnologie più avanzate rispetto a quelle utilizzabili in precedenza.
L’obiettivo primario, pur consapevole delle difficoltà intrinseche, è quello di recuperare il corpo del dottor Ivaldo, permettendo così alla sua famiglia di elaborare il lutto e offrendo un punto di chiusura a una vicenda dolorosa.
La ricerca non si limita alla mera localizzazione fisica, ma implica anche una profonda riflessione sull’importanza della preparazione, della comunicazione e della consapevolezza dei rischi connessi all’attività di escursionismo in montagna, soprattutto in contesti alpini caratterizzati da imprevedibilità e percorsi complessi.

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