martedì 2 Settembre 2025
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Torino

Piemonte, allarme ghiacciai: crisi climatica e futuro a rischio.

Il Piemonte, scrigno alpino di inestimabili risorse idriche e paesaggistiche, sta affrontando una trasformazione drammatica e accelerata: il ritiro dei ghiacciai.

Questa lenta, ma inesorabile, erosione glaciale non è un fenomeno isolato, ma il sintomo più evidente di una crisi climatica che si manifesta con intensità crescente nelle Alpi Graie, nei bacini della Bessanese e della Ciamarella, e che riverbera su tutto il territorio regionale.
La fusione accelerata dei ghiacciai innesca una serie di processi geologici complessi, tra cui l’aumento di frane, la destabilizzazione di morene, e l’incremento delle colate detritiche, minacciando infrastrutture, comunità e l’equilibrio ambientale.
I dati aggiornati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente dipingono un quadro allarmante.
Nel periodo gennaio-agosto 2025, il Piemonte ha subito 23 eventi meteorologici estremi, un aumento significativo del 27,8% rispetto all’anno precedente.

La provincia di Torino, flagellata dalle conseguenze ancora visibili delle alluvioni nelle Valli di Lanzo, emerge come la più colpita, ma l’impatto si estende a tutto il territorio.

L’iniziativa “Carovana dei ghiacciai”, promossa da Legambiente in collaborazione con CIPRA Italia e la Fondazione Glaciologica Italiana, testimonia in prima persona questa fragilità.

A livello regionale, i 107 ghiacciai presenti, con una concentrazione significativa (68) nella provincia di Torino, sono tutti coinvolti in questo processo di arretramento.
La superficie ghiacciata, un tempo di 56 chilometri quadrati nel 1959, si è drasticamente ridotta a 30 nel 2007 e a soli 22 nel 2024, un dato che evidenzia l’urgenza di interventi mirati.

Questa diminuzione non è semplicemente una perdita di ghiaccio, ma la compromissione di una risorsa vitale per l’approvvigionamento idrico, l’agricoltura e la produzione di energia idroelettrica.
La tappa piemontese della Carovana dei ghiacciai, come sottolinea Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di CIPRA Italia, offre uno sguardo diretto sulle conseguenze di questo cambiamento climatico.

Il percorso, che ha attraversato torrenti ingrossati dai detriti delle alluvioni, sentieri dove un tempo persisteva la neve anche in estate, e culminato nel bacino glaciale del Bessanese, rappresenta un “laboratorio straordinario” per la ricerca scientifica.
Studi condotti da CNR-IRPI, Arpa Piemonte e dalla Fondazione Glaciologica Italiana forniscono dati preziosi per la comprensione dei processi in atto e la definizione di strategie di adattamento.

La richiesta di un monitoraggio europeo dei ghiacciai, contenuta nel “Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai”, riflette la necessità di un approccio coordinato a livello internazionale per affrontare una sfida che trascende i confini nazionali.
La tutela di queste preziose risorse richiede un impegno congiunto di governi, istituzioni scientifiche e comunità locali, volto a ridurre le emissioni di gas serra, promuovere pratiche agricole sostenibili e implementare misure di prevenzione e mitigazione dei rischi naturali.
La consapevolezza e l’azione sono oggi più che mai indispensabili per preservare il patrimonio alpino e garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.

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