La tragica scomparsa di Matilde Baldi, ventenne residente a Montegrosso d’Asti, ha scosso profondamente la comunità locale e aperto un’inchiesta complessa, intessuta di velocità, presunta illegalità e un velo di mistero.
L’incidente, avvenuto giovedì 11 dicembre lungo l’A33 Asti-Cuneo, ha visto una Fiat 500, guidata dalla madre Elvia Pia, investita violentemente da una Porsche 911 Gt3 con targa tedesca, innescando una spirale di eventi che hanno portato al decesso della giovane.
La madre, sebbene gravemente ferita al volto, è stata stabilizzata e non versa più in pericolo di vita.
La condizione di Matilde, fin dal primo momento, è apparsa critica.
Trasportata d’urgenza all’ospedale di Alessandria, ha lottato per cinque giorni, sostenuta dalle cure intensive, prima di arrendersi alla gravità delle lesioni.
Con gesto di grande altruismo, i suoi familiari hanno autorizzato l’espianto degli organi, un’eredità di speranza che sopravvive alla sua prematura scomparsa.
Il dolore si è diffuso rapidamente a Montegrosso d’Asti, dove Matilde era conosciuta e amata.
Colleghi del Caffè Vergnano presso il centro commerciale Il Borgo, e le compagne della Play Asti, hanno testimoniato il loro affetto e la loro vicinanza durante il ricovero, recandosi ad Alessandria per un ultimo saluto.
Le indagini, condotte dalla Polizia Stradale di Bra su disposizione della Procura di Asti, si sono orientate verso un’ipotesi particolarmente inquietante: una gara automobilistica clandestina.
L’analisi delle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza, integrate dalle prime testimonianze raccolte, suggerisce che, quella sera, sulla stessa tratta autostradale viaggiavano almeno due veicoli di lusso, entrambi modelli Porsche, impegnati in una competizione ad alta velocità.
Si tratta, stando alle prime indicazioni investigative, di imprenditori astigiani, uno dei quali con precedenti penali e noto alle forze dell’ordine.
La dinamica ricostruita ipotizza un impatto a una velocità stimata intorno ai 200 chilometri orari, una velocità inaudita che ha reso impossibile la sopravvivenza di Matilde.
L’inchiesta si concentra ora sulla ricostruzione dettagliata della corsa illegale, identificando i partecipanti e accertando le loro responsabilità.
Gli inquirenti stanno vagliando tabulati telefonici, analizzando i dati telematici dei veicoli coinvolti e conducendo ulteriori interrogatori per ricostruire con precisione l’intera sequenza degli eventi che hanno portato a questa tragica perdita.
L’obiettivo è fare luce sulla dinamica dell’incidente, individuare i responsabili e assicurare che la giustizia sia fatta, per onorare la memoria di Matilde e per prevenire che simili tragedie si ripetano.
L’ipotesi di una competizione illegale solleva anche interrogativi sulla sicurezza stradale e sulla necessità di rafforzare i controlli e le sanzioni nei confronti di chi mette a repentaglio la vita propria e quella degli altri.






