La mostra “Ruins” suggella la prima iterazione del programma di residenze artistiche ideato da Mares, un’associazione culturale senza scopo di lucro nata con l’obiettivo di rigenerare il tessuto culturale e sociale del territorio alessandrino.
Questo ambizioso progetto, frutto della visione congiunta delle curatrici Tatiana Palenzona e Amina Berdin, affiancate dall’imprenditore Michelangelo Buzzi, si configura come un ecosistema di pratica artistica e dialogo comunitario, mirando a creare un ponte tra la scena contemporanea e il ricco patrimonio storico e naturale della regione.
L’inaugurazione, prevista per il 20 settembre presso il Complesso Monumentale di Santa Croce a Bosco Marengo, segna un momento cruciale, preludio a un percorso triennale volto a edificare un nuovo polo culturale dinamico e inclusivo.
“Ruins” non è una mostra convenzionale, bensì un’esplorazione diffusa che si dispiega attraverso i vasti spazi del complesso monumentale.
Il percorso espositivo, curato da Berdin e Palenzona, con la preziosa collaborazione del duo curatoriale Lemonot, invita il pubblico a un’esperienza immersiva, un viaggio sensoriale e intellettuale che interroga il concetto stesso di rovine.
Le opere di Jade Blackstock, Giovanni Chiamenti, Luca Pagin e Teresa Prati, scelte per la loro capacità di interrogare il tempo, la memoria e la trasformazione, dialogano attivamente tra loro e con il luogo, creando un intreccio di significati che trascende la singolarità di ciascuna creazione.
Il programma di residenza, che si protrarrà fino al 2027, rappresenta il cuore pulsante dell’iniziativa Mares.
L’edizione 2025, che ha visto un’incredibile risposta con oltre 400 candidature provenienti da più di 40 paesi, testimonia l’attrattiva e la rilevanza di questo modello di formazione artistica.
L’intento non è semplicemente quello di ospitare artisti, ma di favorire una vera e propria simbiosi tra la pratica artistica, la ricerca curatoriale e il contesto locale.
Le residenze future accoglieranno talenti emergenti provenienti da diverse discipline – arti visive, performance, video arte, arte digitale, critica e curatela – alimentando un crogiolo di idee e approcci innovativi.
Il nome “Ruins” è programmatico: non si tratta di una celebrazione della decadenza, ma di un invito a riscoprire il potenziale intrinseco nel passato, a estrarre significato dalla frammentazione e a costruire nuove narrazioni a partire dai resti del tempo.
Mares intende, attraverso l’arte, stimolare una riflessione profonda sul legame tra identità, territorio e memoria, rafforzando il senso di appartenenza e promuovendo un turismo culturale sostenibile.
Si tratta di un investimento nel futuro, un atto di rigenerazione che mira a restituire vitalità e visibilità a un patrimonio storico e paesaggistico di inestimabile valore, creando al contempo opportunità di crescita per la comunità locale e per gli artisti emergenti.