martedì 30 Settembre 2025
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Piemonte a Expo Osaka: giardini, arte e un ponte con il Giappone

Il Piemonte, custode di un’eredità paesaggistica e culturale millenaria, si è presentato a Expo 2025 Osaka non come una regione, ma come un ecosistema di saperi, tradizioni e innovazioni, incarnate nella profonda simbologia dei giardini storici.
L’evento “I giardini tra arte, bellezza e benessere”, celebrato all’interno del Padiglione Italia, ha rappresentato un’occasione inedita per tessere un ponte tra l’Italia e il Giappone, due civiltà accomunate da un’estetica raffinata e da un profondo rispetto per la natura.
L’Assessora alla Cultura della Regione Piemonte, Marina Chiarelli, ha sottolineato come il giardino, in entrambe le culture, trascenda la mera funzione estetica per divenire un “paesaggio dell’anima”, un luogo di riflessione e rigenerazione, dove il tempo si dilata e la memoria si sedimenta.
L’impegno della Regione, testimoniato da un investimento di oltre 18 milioni di euro, si è concretizzato non solo nella conservazione del patrimonio arboreo e floristico, ma anche nella promozione di una vera e propria cultura del giardinaggio, con la creazione nel 2010 di una scuola di giardinieri d’arte, ancorata ai giardini della Reggia di Venaria.
Questa scuola non mira a formare semplici tecnici, ma veri e propri “custodi della memoria”, capaci di interpretare la storia attraverso le forme vegetali, di comprendere il significato profondo di ogni pianta, di ogni disposizione, di ogni scelta compositiva.
Il percorso formativo, che si articola in oltre 600 ore di studio e pratica, include esperienze internazionali di prestigio, come collaborazioni con i giardini di Versailles e Chambord, ampliando gli orizzonti e favorendo lo scambio di competenze.

L’obiettivo primario è creare un circolo virtuoso in cui tutela, formazione e innovazione si alimentano reciprocamente, offrendo ai giovani professionisti opportunità concrete e assicurando al patrimonio verde un futuro di cura consapevole e sostenibile.
La sensibilità giapponese, come evidenziato dalla curatrice d’arte contemporanea Yuko Hasegawa, risuona profondamente con questa visione olistica, sottolineando come la natura, attraverso foreste e giardini, sia un potente veicolo di saggezza e ispirazione.

Chiara Teolato, direttrice del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, ha evidenziato il ruolo cruciale della Venaria Reale come laboratorio di sperimentazione, un luogo dove il dialogo tra passato e presente si manifesta con forza, trasformando i giardini in spazi di benessere e condivisione, aperti a nuove sinergie internazionali, soprattutto in un contesto post-pandemico.
Un aspetto meno noto, ma di grande significato storico, è stato ripescato da Angela Benotto, Responsabile Relazioni Esterne e Attività Internazionali Fondazione Torino Musei: il legame ottocentesco tra Piemonte e Giappone, mediato dalla figura del pittore Antonio Fontanesi, che introdusse un’intera generazione di artisti giapponesi a una nuova concezione del rapporto tra uomo e natura.
A chiudere gli interventi, il direttore del MAO di Torino, Davide Quadrio, ha sottolineato l’importanza del museo come ponte culturale, capace di creare alleanze con istituzioni come la Reggia e curatori come Hasegawa, promuovendo un dialogo interculturale in cui le relazioni umane sono al centro di nuovi processi creativi, e che trova nei giardini la sua più eloquente espressione simbolica.
Concludendo, Marina Chiarelli ha richiamato l’usanza giapponese di celebrare la fioritura dei ciliegi, paragonandola al riconoscimento, da parte del Piemonte, del giardino come luogo sacro della memoria, augurando che la bellezza e la conoscenza possano continuare a parlare attraverso i giardini, in un silenzioso linguaggio universale.

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