Il Mao Museo d’Arte Orientale di Torino accoglie “Chiharu Shiota: The Soul Trembles”, una retrospettiva di straordinaria potenza evocativa, che si configura come un’immersione profonda nell’animo umano.
Curata da Mami Kataoka, direttrice del Mori Art Museum, e Davide Quadrio, direttore del Mao, con la preziosa assistenza curatoriale di Anna Musini e Francesca Filisetti, la mostra è una celebrazione del percorso artistico di Shiota, figura di spicco nell’arte contemporanea giapponese.
L’esposizione, itinerante in prestigiose istituzioni culturali di Asia-Pacifico ed Europa, offre una panoramica esaustiva della produzione dell’artista, abbracciando disegni, fotografie, sculture e, soprattutto, le sue installazioni ambientali di scala monumentale.
Oltre alle opere già esistenti, più di ventisette disegni e ricami inediti sono stati realizzati appositamente per il Mao, sottolineando l’approccio *site-specific* del progetto.
Al centro della mostra risiede un universo di fili, intrecci di lana rossa e nera che si estendono nello spazio, creando paesaggi interiori tangibili.
Questi elementi, apparentemente semplici, si trasformano in potenti simboli di connessione, memoria, perdita e resilienza.
Opere come “Where Are We Going?” (2017), con la sua barca come metafora di un viaggio incerto, e “Uncertain Journey” (2016), che vede scheletri di imbarcazioni avvolti in un manto di fili rossi, risuonano con una profondità emotiva intensa.
“In Silence” (2008), un pianoforte bruciato circondato da un intricato reticolo di fili neri, evoca un senso di malinconia e silenzio eloquente, mentre “Accumulation – Searching for the Destination,” un’installazione imponente con centinaia di valigie oscillanti, riflette i temi del movimento, dell’esilio e della ricerca di un’identità.
La mostra si presenta come un’esperienza quasi profetica, data la sua genesi precedente alla recente crisi globale e ai conflitti internazionali.
Kataoka riflette su come questi eventi tragici abbiano acuito la capacità delle opere di Shiota di stimolare una riflessione profonda sulla condizione umana, sulla fragilità della vita, sul significato della morte e sulla necessità di coltivare legami autentici.
Il progetto, maturato nell’arco di tre anni, è stato concepito per dialogare con le collezioni permanenti del Mao, creando un ponte tra l’arte orientale tradizionale e l’espressione contemporanea.
Davide Quadrio descrive “The Soul Trembles” come un viaggio interiore, un’opportunità per il visitatore di confrontarsi con le proprie emozioni, di liberarsi da pregiudizi e paure, e di condividere un’esperienza di profonda umanità.
La mostra non è semplicemente una collezione di opere d’arte, ma un invito a esplorare il proprio animo e a riscoprire la forza della connessione umana in un mondo spesso segnato dall’incertezza e dalla perdita.
È un’occasione unica per contemplare la bellezza che può emergere anche dalle macerie e per trovare conforto nella consapevolezza che, nonostante le difficoltà, siamo tutti parte di un tessuto comune.