Il sipario si alza a Torino, dove si sono concluse le riprese di “Sotto a chi tocca”, un’opera cinematografica firmata da Giorgio Pasotti, regista che riemerge con una visione audace dopo “Abbi Fede”.
Il film attinge dalla pungente commedia teatrale “Il Metodo Grönholm” dello scrittore catalano Jordi Galceran, elevandola a una riflessione più ampia sui meccanismi di selezione, l’ambizione e la resistenza individuale.
La trama, avvolgente e claustrofobica, reclude sei aspiranti candidati all’interno di un ambiente asettico e impietoso.
L’obiettivo: ottenere un posto all’interno di una potente multinazionale.
Il processo di selezione è radicale, un rituale che si affida al cosiddetto Metodo Grönholm: un sistema di valutazione apparentemente impeccabile, ma in realtà intessuto di paradossi e surrealtà.
L’essenza del Metodo Grönholm è una promessa di efficienza, ma si rivela una sfida psicologica: la permanenza forzata.
L’impegno dei candidati è sottoposto a una prova di valore, perché la possibilità di ritirarsi è, in ogni caso, un’auto-esclusione.
La stanza diventa metafora di una pressione implici,nza; Il percorso eon in realtà.
Il cast, di qualità, arricchiscono la narrazione di un nuovo film con la presenza non è una meta; la sua inond.
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