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giovedì 23 Ottobre 2025

Green Deal: Urso chiede revisione per l’industria italiana

La transizione ecologica, come declinata nel Green Deal europeo, si configura oggi come un nodo cruciale per il futuro industriale e sociale dell’Italia, un tema che richiede un ripensamento profondo e pragmatico.
Le dichiarazioni del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante l’assemblea dell’Unione Industriali di Torino, riflettono una crescente consapevolezza della necessità di una revisione del modello attuale.
Il Green Deal, pur condividendo l’obiettivo nobile di contrastare il cambiamento climatico e promuovere la sostenibilità, rischia di imporre vincoli eccessivi e costi insostenibili per le imprese italiane, penalizzando la competitività e mettendo a rischio posti di lavoro.
L’approccio ideologico prevalente, spesso slegato da una valutazione realistica delle implicazioni economiche e sociali, necessita di essere temperato da una visione più equilibrata e orientata ai risultati concreti.

Il riferimento all’auspicio di Mario Draghi, che invocava una trasformazione europea, sottolinea la necessità di un dibattito aperto e costruttivo a livello comunitario.

La collaborazione con Confindustria si rivela in questo contesto un elemento strategico, in grado di fornire un contributo prezioso per definire una posizione unitaria e coerente.

L’obiettivo non è negare l’urgenza della transizione ecologica, ma piuttosto ridefinirne i tempi, le modalità e le priorità.

È fondamentale che le politiche ambientali siano progettate tenendo conto delle specificità del tessuto produttivo italiano, con particolare attenzione ai settori ad alta intensità energetica e a quelli che costituiscono il pilastro dell’export nazionale.
La “rivoluzione” del Green Deal auspicata dal Ministro Urso non implica un rifiuto a priori degli obiettivi di sostenibilità, ma piuttosto una loro reinterpretazione in chiave di pragmatismo e responsabilità.
Si tratta di individuare soluzioni innovative che permettano di conciliare gli imperativi ambientali con le esigenze di crescita economica e di benessere sociale.
La costruzione di una “maggioranza” a supporto di questa revisione del Green Deal indica l’intenzione di superare le divisioni ideologiche e di costruire un consenso ampio e duraturo.
Si tratta di un processo complesso che richiede dialogo, compromesso e una visione condivisa del futuro.

In sintesi, la sfida che attende l’Italia è quella di trasformare il Green Deal in uno strumento di crescita sostenibile e inclusiva, capace di valorizzare il Made in Italy e di garantire un futuro prospero per le generazioni future.

Un Green Deal “italiano” non può essere un Green Deal imposto dall’alto, ma deve essere il risultato di un processo partecipativo e democratico, in grado di tenere conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti.

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