mercoledì 10 Settembre 2025
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Impennata import grano: Piemonte a rischio, serve una svolta.

L’anno 2024 ha visto un’impennata significativa nelle importazioni di frumento tenero in Italia, con un aumento del 22% che si traduce in 56 milioni di quintali.
Il Piemonte, regione chiave nella produzione cerealicola nazionale, ha assorbito una quota considerevole, superando i 7 milioni di quintali.

Questa tendenza è alimentata da flussi crescenti provenienti da Paesi extra-UE, tra cui Ucraina, Canada e altre aree del Nord America, dove pratiche agricole – come l’impiego del glifosato – risultano incompatibili con le normative europee.

L’allarme è stato lanciato da Coldiretti Piemonte in collaborazione con il Consorzio Agrario del Nord Ovest Filiera Gran Piemonte, sottolineando l’impatto di queste importazioni sull’economia locale e la necessità di un ripensamento strategico.
Il Piemonte detiene un ruolo cruciale nel panorama cerealicolo italiano, con quasi 79.000 ettari dedicati alla coltivazione del grano tenero, rappresentando oltre il 13% della superficie nazionale.
La presenza di oltre 11.000 aziende agricole e una produzione media di circa 4,5 milioni di quintali (il 9% del totale italiano) testimoniano l’importanza regionale.
L’iniziativa “Filiera Gran Piemonte”, lanciata nel 2020 in collaborazione con il Consorzio Agrario del Nord Ovest, ha segnato una svolta positiva.

Giunta al sesto anno di semina, il progetto ha visto un’adesione crescente da parte delle aziende agricole piemontesi, con oltre mille partecipanti che gestiscono una superficie di 9.800 ettari e producono circa 420.000 quintali, corrispondenti al 12% della superficie cerealicola regionale.
Secondo Mauro Bianco, presidente di Coldiretti Alessandria e membro di giunta di Coldiretti Piemonte, il progetto non solo rafforza la produzione locale, ma crea anche valore aggiunto per i produttori e per i consumatori.
L’aumento delle importazioni, tuttavia, solleva questioni complesse legate alla speculazione sui prezzi alimentari e alla necessità di garantire la sovranità alimentare nazionale.
Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale, sottolineano l’urgenza di ridurre la dipendenza dall’estero e di privilegiare sistemi di produzione sostenibili e tracciabili.

La filiera “Gran Piemonte” rappresenta un modello virtuoso, volto a promuovere la qualità, la trasparenza e la resilienza del sistema agroalimentare locale, offrendo ai consumatori un prodotto sicuro e genuino, e sostenendo al contempo l’economia delle aree rurali piemontesi.
L’obiettivo è ricostruire una filiera corta e controllata, capace di competere sul mercato globale senza compromettere i valori e le tradizioni che contraddistinguono l’agricoltura italiana.

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