venerdì 12 Settembre 2025
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Riso italiano: assicurazioni in crescita e modello di resilienza.

Il settore risicolo italiano si distingue per una resilienza strutturale e una sofisticata gestione del rischio agricolo, come testimoniato dai dati relativi alla campagna 2024.
Il valore assicurato ha raggiunto i 653 milioni di euro, un incremento significativo del 10,4% rispetto all’anno precedente, coprendo una quota preponderante della produzione destinata alla commercializzazione.

Questa performance colloca il riso al vertice tra le colture seminative coperte da assicurazione, preceduta unicamente da uva da vino e pomodoro da industria, evidenziando la maturità e la proattività dei risicoltori nell’affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici.
L’adozione diffusa di polizze assicurative agevolate riflette una crescente consapevolezza dei rischi intrinseci alla produzione agricola e un’accettazione proattiva degli strumenti di mitigazione disponibili.

Geograficamente, la concentrazione dei valori assicurati è prevalentemente settentrionale, con una netta prevalenza in Pianura Padana, dove Piemonte e Lombardia assorbono rispettivamente il 55,6% e il 40,8% del totale.
Un indicatore significativo è l’aumento delle superfici coperte, che hanno superato i 175.000 ettari (+6,2% sul 2023), con una media per azienda di 68,1 ettari.

Questo dato, unito alla diminuzione del numero di aziende assicurate (2.567 nel 2024, rispetto alle 2.618 del 2023), suggerisce un processo di consolidamento e accorpamento fondiario, con aziende di dimensioni crescenti.

I premi assicurativi si attestano a 34,2 milioni, con una tariffa media del 5,24%, indicando una gestione oculata e competitiva dei costi.

L’adesione pressoché totale al ‘Pacchetto C’, che offre protezione da eventi avversi ricorrenti come grandine, eccesso di piogge e venti forti, sottolinea la ricerca di una copertura completa e mirata.
Questo approccio riflette una comprensione approfondita dei rischi specifici che gravano sulla coltura risicola.
In linea con l’innovazione continua, Ismea ha presentato il progetto pilota “Catastrophic events vulnerability index” (CEVI), uno strumento di analisi avanzato destinato a misurare la vulnerabilità dei territori agli eventi climatici estremi a livello comunale.

Questo indice, combinando dati meteoclimatici e informazioni produttive, permetterà di identificare con precisione le aree più a rischio, offrendo una base informativa preziosa per la pianificazione e la prevenzione.
La pubblicazione è prevista per la fine dell’anno.
Le parole del presidente e direttore generale di Ismea, Livio Proietti e Sergio Marchi, hanno enfatizzato il ruolo cruciale degli strumenti assicurativi nella garanzia della protezione delle aziende agricole, confermando il settore risicolo come un modello di resilienza e di gestione proattiva del rischio in un contesto climatico in rapida evoluzione.
L’esempio del riso, con la sua solida base assicurativa, dimostra come un approccio strategico e mirato possa contribuire a salvaguardare la sostenibilità e la competitività del settore agricolo italiano.

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