Aggressione a Sellaro: il dibattito politico si fa intimidazione.

L’emersione di una profonda spaccatura nella gestione degli alloggi popolari ha trasceso il consueto confronto politico, sfociando in un episodio di grave allarme e violazione dei principi fondamentali di civile convivenza.

Un acceso dibattito in Consiglio comunale, incentrato sulla questione delle morosità e sulla necessità di applicare rigorosamente la legge, si è trasformato in un attacco anonimo e intimidatorio sui social media, diretto al capogruppo di minoranza, Salvatore Sellaro.
La vicenda, che ha visto l’uomo ricorrere alle autorità competenti, solleva interrogativi inquietanti sulla qualità del dibattito pubblico e sulla crescente intolleranza nei confronti di posizioni che si discostano da un consenso apparente.
La proposta di Sellaro, volta a inasprire il controllo sull’applicazione degli affitti arretrati e a rendere effettivi i provvedimenti di sfratto nei confronti dei morosi seriali, ha innescato una reazione sproporzionata e priva di qualsiasi forma di argomentazione costruttiva.

L’aggressore, celato dietro il pseudonimo di “Martin Lutero” – un’ironica e provocatoria riappropriazione della figura del riformatore religioso – ha lanciato insulti e minacce attraverso i canali social, sfruttando la diretta streaming del Consiglio comunale per amplificare la portata del suo attacco.
La scelta del nickname non è casuale.
Dimostra una certa erudizione, un tentativo di nobilitare un’azione deplorevole e di occultare la vera identità dietro un velo di apparente sofisticatezza.

Sellaro, nel denunciare l’episodio, ha espresso forti sospetti sull’identità del responsabile, escludendo la possibilità che si trattasse di persone direttamente coinvolte nelle morosità.
La sua analisi suggerisce la presenza di una mente politica, una figura istruita, consapevole della sensibilità del tema e intenzionata a screditare l’avversario attraverso la disinformazione e l’intimidazione.

Un’ipotesi corroborata dal fatto che l’autore degli insulti, nonostante la sua apparente cultura, abbia commesso errori grammaticali apparentemente intenzionali, forse per mascherare la sua vera identità.

La denuncia formale ai Carabinieri di Crescentino rappresenta una presa di posizione netta da parte di Sellaro, un rifiuto categorico di tollerare attacchi verbali e intimidazioni.
L’atto è inteso non solo come una tutela personale, ma anche come un monito per chiunque intenda ricorrere a forme di aggressione verbale per bloccare il confronto politico.

La decisione di protocollare la querela anche in Comune, rendendola accessibile a tutti i consiglieri, sottolinea l’importanza di un dibattito trasparente e civile, immune da minacce e intimidazioni.
La vicenda solleva, inoltre, una questione cruciale: la responsabilità collettiva nel garantire un clima di rispetto e tolleranza nel dibattito pubblico.

La gestione degli alloggi popolari, come molte altre problematiche sociali, richiede un approccio equilibrato, che tenga conto delle diverse esigenze e dei diritti di tutti i cittadini.

La proposta di Sellaro, pur nella sua apparente rigidità, mira a ristabilire un principio di equità e a tutelare il diritto di chi rispetta le regole.
La reazione violenta e anonima che ne è seguita dimostra, purtroppo, quanto sia ancora fragile la capacità di confrontarsi civilmente su temi delicati e controverse.

La battaglia di Sellaro, ora, non è solo una difesa della propria persona, ma una rivendicazione del diritto a un dibattito aperto, onesto e rispettoso delle regole democratiche.

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