Un sinistro sul lavoro occultato con una narrazione artificiosa ha portato a una denuncia penale a Ciriè, nel Torinese, sollevando interrogativi profondi sulla sicurezza sul lavoro, la responsabilità penale e le dinamiche nascoste che spesso si celano dietro apparenti incidenti.
Tre persone, due coniugi proprietari di un’abitazione oggetto di ristrutturazione e il direttore dei lavori, sono state accusate dai carabinieri di lesioni colpose, abbandono di incapace e omissione di soccorso, gesti che rivelano una volontà intenzionale di eludere le normative e nascondere la gravità dell’evento.
La vicenda, risalente al 7 agosto, si è dipanata quando i coniugi, dopo aver trasportato in auto il lavoratore ferito in una località isolata, Roboronzino, hanno allertato i soccorsi, descrivendo una situazione che non corrispondeva alla realtà dei fatti.
Le indagini, condotte con scrupolo dalla procura di Ivrea, hanno rivelato che la vittima, un uomo di 46 anni di nazionalità rumena impiegato in nero, stava operando su un balcone instabile durante i lavori di ristrutturazione.
Il cedimento strutturale del balcone lo ha investito con una cascata di detriti e manufatti edilizi, provocandogli lesioni che, sebbene non mettono in pericolo di vita, richiedono comunque un attento monitoraggio medico presso l’ospedale di Ciriè.
L’occultamento del sinistro, attraverso la creazione di una falsa narrazione, non solo ha ritardato l’intervento dei soccorsi, potenzialmente aggravando le condizioni del lavoratore, ma ha anche reso più difficile la ricostruzione accurata delle dinamiche che hanno portato all’infortunio.
Questo comportamento dimostra una palese violazione dei doveri di sicurezza e una volontà di sottrarsi alle responsabilità penali derivanti dalla mancata prevenzione dei rischi sul lavoro.
L’impiego di personale non in regola, privo di adeguate protezioni e formazione, rappresenta un ulteriore aggravante che testimonia una cultura aziendale negligente e pericolosa.
La vicenda ha suscitato un’ondata di sconcerto e preoccupazione da parte delle organizzazioni sindacali, in particolare CGIL Torino e FILLEA CGIL, che hanno espresso profonda condanna per la gravità dei fatti e hanno sollecitato un’indagine approfondita per accertare le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti, non solo a livello penale ma anche amministrativo.
L’episodio evidenzia la necessità di rafforzare i controlli sulla sicurezza nei cantieri edili, promuovere una cultura della prevenzione e garantire il rispetto delle normative in materia di lavoro, tutelando la dignità e la sicurezza dei lavoratori, indipendentemente dalla loro nazionalità o dalla loro condizione contrattuale.
La vicenda, lungi dall’essere un caso isolato, pone l’attenzione su un problema strutturale che affligge il settore delle costruzioni, dove la pressione sui costi e la ricerca di manodopera a basso costo spesso portano alla violazione delle regole e all’esposizione dei lavoratori a rischi inaccettabili.