Borgaro, la piazza sommersa: degrado, nutrie e un progetto fallito

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La piazza Vittorio Veneto a Borgaro, con la sua vasca ornamentale a ridosso del municipio, si ritrova al centro di un rinnovato dibattito pubblico, che trascende la semplice questione del degrado per toccare temi più ampi relativi alla progettazione urbana, alla gestione ambientale e alla responsabilità amministrativa.

L’emergenza, come denunciata dal gruppo “Uniti per Cambiare”, non è soltanto la presenza di nutrie, ma il sintomo di una più profonda carenza di visione e di manutenzione.

La vasca, concepita come elemento distintivo di un nuovo spazio pubblico, ambiva a incarnare un ideale di rinaturalizzazione urbana e di promozione della biodiversità – un’aspirazione lodevole, ma che si è scontrata con la realtà di un ambiente non adeguatamente controllato.
Lungi dall’essere un’oasi di serenità, il bacino è divenuto un ecosistema inatteso, un rifugio per specie selvatiche non previste, alimentato da un ristagno idrico che ne favorisce la proliferazione.

Le immagini e i video diffusi dall’opposizione, datati 25 ottobre, non mostrano semplicemente animali che si abbeverano, ma un ambiente trascurato, un potenziale rischio igienico-sanitario e, soprattutto, un fallimento nell’interpretazione di un progetto che mirava all’innovazione e al miglioramento della qualità della vita cittadina.

Il gruppo “Uniti per Cambiare” solleva un interrogativo fondamentale: la progettazione ha adeguatamente considerato le implicazioni ecologiche e gestionali di un bacino artificiale di tali dimensioni? Sono state previste soluzioni per il controllo della fauna selvatica e per la prevenzione dell’accumulo di materiali organici che alterano la qualità dell’acqua? La denuncia non si limita alla critica del presente, ma si radica nella constatazione di un passato costellato di solleciti e preoccupazioni, apparentemente ignorati dall’amministrazione comunale.
La vicenda della vasca di Borgaro non è un caso isolato, ma un campanello d’allarme per tutte le amministrazioni che intendono implementare interventi di riqualificazione urbana.

Un progetto ambizioso richiede non solo competenze tecniche e finanziarie, ma anche una profonda consapevolezza delle dinamiche ambientali e una costante attenzione alla manutenzione nel tempo.
L’ironia sociale che accompagna la vicenda, con la vasca soprannominata “mangiatoia per zanzare”, rischia di offuscare la gravità della situazione.
Il degrado di un bene pubblico, la presenza di animali selvatici e la mancanza di risposte alle richieste dei cittadini minano la fiducia nelle istituzioni e compromettono l’immagine della città.

È auspicabile che l’amministrazione comunale prenda atto delle critiche, assumendosi la responsabilità di un intervento tempestivo e mirato, non solo per rimuovere le nutrie, ma soprattutto per ripensare la gestione della vasca, garantendo la sua sostenibilità ambientale e il suo valore estetico, in linea con le aspettative dei cittadini di Borgaro.
La questione va al di là della semplice pulizia: richiede una riflessione profonda sui principi della progettazione urbana responsabile e della governance ambientale partecipata.