Finanziaria e Canavese: Economia a Scapito di Lavoro e Territorio

La Finanziaria e il Canavese: Un’Economia Armata a Scapito del Territorio e del LavoroUn clima di profonda preoccupazione ha animato l’assemblea tenutasi presso la Camera del Lavoro di Cuorgné, un momento di confronto tra rappresentanti sindacali, esponenti politici e cittadini del Canavese, a seguito dello sciopero generale indetto dalla Cgil.
L’incontro, intitolato emblematicamente “Contro la Finanziaria: perché la legge di bilancio aggrava le disuguaglianze e mina il futuro del Paese”, ha focalizzato l’attenzione sulle scelte economiche del governo e le loro conseguenze devastanti per il territorio.
Marco Grimaldi, deputato Avs e vicecapogruppo alla Camera, insieme al segretario generale Fiom-Cigl Piemonte, Lino Malerba, hanno illustrato come la manovra finanziaria in corso, lungi dall’essere un motore di crescita, rappresenta un trasferimento di ricchezza in favore dei ceti più abbienti, con un impatto negativo diretto su lavoratori dipendenti e pensionati.
I dati forniti, richiamando le analisi dell’ISTAT, evidenziano un’allocazione delle risorse che avvantaggia in modo sproporzionato i due quintili più ricchi della popolazione, esacerbando le disuguaglianze sociali ed economiche.
Il meccanismo del “fiscal drag”, un’erosione forzata del potere d’acquisto, sottrae decine di miliardi che non vengono reinvestiti in servizi essenziali come sanità, istruzione e welfare.
Il quadro delineato non si limita a una mera politica fiscale regressiva, ma rivela una strategia più ampia, una vera e propria “economia armata”.
Come sottolineato da Grimaldi, l’ossessione per il riarmo e la crescente dipendenza dagli Stati Uniti a livello di politica militare, stanno erodendo i pilastri dell’economia sociale.

Malerba ha precisato che si tratta non di una vera e propria economia di guerra, ma di un’economia pilotata dalle lobby del settore bellico americano, con conseguenze dirette sulla capacità del Paese di investire nel futuro del lavoro e dello sviluppo sostenibile.

Il Canavese, con la sua forte vocazione industriale, in particolare nel settore automotive, è particolarmente esposto a questi effetti negativi.
L’indotto della componentistica auto ha già perso 35.000 posti di lavoro nella provincia di Torino, una cifra allarmante che testimonia la fragilità del tessuto produttivo locale.

Questa crisi occupazionale, lungi dall’essere un fenomeno transitorio, rischia di innescare una spirale di degrado sociale e economico, con ripercussioni profonde sulla vita delle famiglie e delle comunità.
L’incontro ha anche aperto un dibattito sulla crisi di leadership e di visione della sinistra italiana, sulla sua difficoltà a intercettare le esigenze e le speranze dei cittadini.

Si è percepita un’aria di frustrazione e di ricerca di nuove strade, con alcuni partecipanti che hanno invocato la necessità di un rinnovato partito socialista, capace di incarnare i valori della giustizia sociale e della solidarietà.

Grimaldi ha lanciato un appello alla responsabilità politica, esortando la sinistra a ritrovare il suo ruolo di guida e di ispirazione, offrendo alternative concrete e credibili alle politiche del governo.

Ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni ideologiche e di costruire un fronte ampio e coeso, capace di contrastare l’agire politico che alimenta la precarietà e la disuguaglianza.
Il momento è delicato, poiché le opposizioni rischiano di essere etichettate come pacifisti o complici di regimi autoritari, ma è necessario affrontare la sfida con coraggio e determinazione, senza cedere a compromessi che ne mettano a repentaglio i principi fondamentali.

Il futuro del Canavese e dell’Italia intera dipendono dalla capacità di costruire un’economia inclusiva e sostenibile, che metta al centro il benessere delle persone e la tutela dell’ambiente.

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