Il Piemonte, ambasciatore di un’eredità millenaria, celebra la sua settimana protagonista al Padiglione Italia di Expo 2025 Osaka con un’immersione nel cuore del suo patrimonio, riconosciuto dall’UNESCO come bene di valore universale.
L’evento “Il Piemonte rivela il suo mondo all’Expo di Osaka: Un Viaggio tra i Siti UNESCO” si configura non come una mera esposizione, ma come un racconto complesso e stratificato, volto a tessere legami culturali e a proiettare una visione del futuro radicata nella storia.
L’offerta piemontese si presenta come un caleidoscopio di esperienze: dalle sinuose colline vitivinicole delle Langhe, Roero e Monferrato, custodi di un’arte viticola secolare, fino alla ricerca del tartufo, un tesoro gastronomico e un simbolo di connessione con la terra.
Il percorso si estende lungo la Via Francigena, antica via di pellegrinaggio, attraverso le maestose Residenze Sabaude, testimoni di un’epoca di potere e splendore, fino ai suggestivi Sacri Monti, scrigni di spiritualità popolare, e ai paesaggi lacustri, specchi d’acqua che riflettono la storia e la bellezza della regione.
Il Museo del Cinema di Torino, infine, incarna la capacità piemontese di raccontare il mondo attraverso l’arte e l’innovazione.
Marina Chiarelli, assessore regionale, ha sottolineato come questo ricco patrimonio non sia solo un retaggio del passato, ma un motore di sviluppo per il futuro.
Chiara Teolato, direttrice del Consorzio delle Residenze Sabaude, ha evidenziato l’importanza di Expo come vetrina per un sistema architettonico spesso misconosciuto, capace di attrarre un turismo culturale diversificato e di rafforzare l’immagine della regione.
Il legame tra uomo e natura, elemento fondante dell’identità piemontese, è stato ripreso da Giovanna Quaglia, presidente dell’Associazione per il patrimonio dei Paesaggi vitivinicoli, che ha celebrato il decennale del riconoscimento UNESCO.
I filari, un’opera collettiva di generazioni, oggi si configurano come laboratorio di innovazione, formazione e tutela, con un occhio di riguardo alla trasmissione del sapere alle nuove generazioni.
Il racconto del territorio si è arricchito con la testimonianza di Filippo Ghisi, site manager di Ivrea, “città industriale del XX secolo” UNESCO, un luogo simbolo del contributo italiano all’innovazione tecnologica, grazie anche all’eredità di Olivetti, un’azienda che ha saputo coniugare progresso industriale e visione umanistica.
Il dialogo interculturale ha visto il contributo di esperti giapponesi.
Hiroko Sekine, docente all’Università Sojo, ha sottolineato il significato storico dei Sacri Monti come espressione della Controriforma, mentre Jin Matsushima, curatore del Mt.
Fuji World Heritage Centre, ha evidenziato la risonanza universale dei paesaggi sacri, sottolineando come in Asia orientale le montagne rappresentino un microcosmo dell’universo, un’analogia che si ritrova nell’armonia tra natura e spiritualità dei Sacri Monti piemontesi.
Attraverso questo appuntamento, il Piemonte non solo rinsalda il suo legame con la comunità internazionale, ma dimostra come il patrimonio culturale e paesaggistico possa costituire un volano per l’attrattività, la crescita economica e la promozione del dialogo tra culture, proiettando un futuro in cui la memoria del passato alimenta l’innovazione e la comprensione reciproca.