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lunedì 10 Novembre 2025

Settimo Torinese: Inchiesta Shock sull’Ospedale, Maltrattamenti a Pazienti Vulnerabili

L’ospedale di Settimo Torinese è al centro di un’inchiesta giudiziaria di gravità eccezionale, che coinvolge ventiquattro operatori sanitari e solleva interrogativi profondi sulla gestione e la tutela della dignità dei pazienti vulnerabili.
La Procura di Ivrea ha disposto la sospensione cautelare dal servizio, per un periodo di dodici mesi, nei confronti di medici e infermieri impiegati nel reparto di lungodegenza, a seguito di indagini che hanno portato alla luce presunte condotte di maltrattamento nei confronti di quattordici pazienti, molti dei quali affetti da fragilità e con ridotta autonomia.
Le accuse, come riportato dal quotidiano La Stampa, delineano uno scenario allarmante: pazienti immobilizzati al letto per estesi periodi, talvolta fino a ventiquattro ore, presumibilmente con l’utilizzo di farmaci sedativi per sopprimere l’espressione del dolore e il disagio.

Altri, a quanto pare, sarebbero stati trascurati, lasciati in condizioni igieniche precarie per giorni, in una chiara violazione del loro diritto alla cura e alla protezione.

L’indagine, in fase preliminare, è stata avviata sulla base di intercettazioni telefoniche e ambientali, disposte dalla guardia di finanza di Torino, e ha messo a fuoco dinamiche preoccupanti all’interno del reparto di lungodegenza, gestito da una cooperativa.

Il giudice per le indagini preliminari, Andrea Cavoti, ha fissato una serie di interrogatori di garanzia, previsti tra il 12 e il 15 dicembre, per consentire agli operatori sanitari sospesi di presentare le proprie controdeduzioni e chiarire il proprio ruolo nelle presunte vicende.
La delicatezza della situazione risiede nella necessità di stabilire con certezza la responsabilità individuale di ciascun operatore coinvolto, distinguendo accuratamente le eventuali negligenze o errori professionali dalle azioni intenzionali e dolose.
Si tratta di un passaggio cruciale, data la presunzione di innocenza che ancora vige in questa fase processuale.
La richiesta di misure interdittive da parte della Procura di Ivrea è motivata dal fatto che, nonostante un cambio di gestione della cooperativa nel mese di luglio, i ventiquattro operatori sanitari risultavano ancora in servizio, sollevando preoccupazioni circa la possibile prosecuzione di condotte inadeguate e la potenziale compromissione della sicurezza dei pazienti.

L’episodio riapre un dibattito urgente sulla necessità di rafforzare i controlli e i meccanismi di supervisione all’interno delle strutture sanitarie, con particolare attenzione alla tutela dei diritti e della dignità dei pazienti più vulnerabili, spesso privi di voce e incapaci di difendersi da soli.
La vicenda pone, inoltre, interrogativi etici e professionali imprescindibili per tutti gli operatori sanitari, richiamando l’imperativo di agire sempre nel rispetto del giuramento di Ippocrate e dei principi fondamentali della deontologia medica.
Il processo, si preannuncia complesso e articolato, e sarà fondamentale per accertare la verità dei fatti e per garantire che simili episodi non si ripetano in futuro.

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