La vittoria di Alexander Zverev contro Ben Shelton alle Atp Finals di Torino non è stata solo un trionfo sul campo, ma anche un’occasione per l’azzurro di offrire spunti di riflessione sul gioco esplosivo e potenzialmente destabilizzante del giovane statunitense.
Zverev, con la sua esperienza e il suo approccio più calibrato, ha riconosciuto la forza di Shelton, definendolo, forse, il tennista più aggressivo in circolazione.
Un’affermazione significativa, se si considera il panorama attuale del tennis maschile, dominato da giocatori che prediligono una strategia più varia e meno incline al rischio.
L’aggressività di Shelton non si traduce semplicemente in colpi potenti, ma in una ricerca costante del punto vittoria, un’urgenza che costringe l’avversario a vivere in uno stato di perpetua reattività.
Zverev ha ammesso che, in determinate fasi del match, l’iniziativa è stata saldamente nelle mani del suo giovane avversario, un riconoscimento dell’impatto psicologico di un gioco così spinto.
L’analisi di Zverev va oltre la mera descrizione dello stile di gioco.
Ha sottolineato la natura intrinsecamente volatile dell’approccio di Shelton, un mix di genio e follia in cui colpi spettacolari si alternano a errori inaspettati.
Questa dicotomia è il prezzo da pagare per una strategia così audace, una scommessa continua sul proprio talento e sulla capacità di mettere pressione all’avversario.
Riflettendo sulla propria evoluzione tennistica, Zverev ha aggiunto un elemento di nostalgia, ammettendo di non aver mai posseduto, alla sua età, la stessa audacia e la stessa gamma di colpi che caratterizzano il gioco di Shelton. L’ammirazione è palpabile, unita a una certa consapevolezza della trasformazione del tennis moderno, un gioco che premia sempre più la potenza e la velocità, a discapito della pazienza e della costruzione del punto.
La capacità di Shelton di generare servizio e dritto con tale ferocia è una manifestazione di questa evoluzione.
L’aspetto fisico, cruciale in un torneo di questo calibro, è stato affrontato da Zverev con un ottimismo cauto.
Il riposo nei giorni successivi alla partita è visto come un elemento fondamentale per recuperare energie e affinare la strategia in vista delle sfide future, che si preannunciano altrettanto impegnative.
La consapevolezza della difficoltà del percorso che lo attende è evidente, ma la fiducia nelle proprie capacità e nel proprio team resta intatta.
La partita contro Shelton ha lasciato il segno, non solo per la vittoria ottenuta, ma soprattutto per la profonda analisi che ha permesso a Zverev di comprendere meglio il presente e il futuro del tennis.







