“Napoleone: La morte di Dio” in scena alle Fonderie Limone

Uno spettacolo teatrale che intreccia potere, memoria e assenza con Lino Guanciale protagonista.

Dal 25 al 30 novembre 2025, le Fonderie Limone di Moncalieri ospitano “Napoleone. La morte di Dio”, un’intensa produzione del Teatro Stabile di Torino che mette in scena la fine di un’era e la fragilità dell’eroe. Lo spettacolo, scritto e diretto da Davide Sacco, trae ispirazione dalle riflessioni di Victor Hugo sulla morte di Napoleone e racconta la complessa dinamica tra il trono, il mito e la figura paterna.

Un feretro sotto la neve e il peso dell’eredità

La vicenda prende le mosse da una data simbolica: 15 dicembre 1840, quando le spoglie di Napoleone ritornano in Francia per essere deposte agli Invalides, a vent’anni dalla sua scomparsa.

In questo scenario, il testo di Sacco articola un dramma polifonico: da una parte l’eroe la cui assenza è fonte di grandezza, dall’altra il figlio, interpretato da Lino Guanciale, che fatica a trovare un senso alla mancanza del padre, colui che non è solo uomo ma mito, divinità o autorità assoluta.

La morte come inizio: una visione teatrale generativa

Per Sacco la morte non è soltanto un termine, ma un “atto generativo”: è attraverso la perdita che nasce la memoria, che si può tramandare l’eredità storica e personale. Sul palco, Guanciale dà voce a un personaggio oscillante tra rivendicazione e affetto, in un paesaggio emozionale in cui il potere dell’imperatore convive con la vulnerabilità dell’uomo.

Il contesto produttivo e artistico

Lo spettacolo fa parte della stagione 2025-2026 del Teatro Stabile di Torino, che ha scelto per tema principale il concetto di “umanità”: una riflessione sulle radici, sulle assenze, sui miti e su come questi modelli persistano nel tempo. La messinscena vede la partecipazione di Simona Boo e Amedeo Carlo Capitanelli, con scenografie di Luigi Sacco e costumi firmati da Daniele Gelsi. Le recite si tengono alla sala delle Fonderie Limone, un luogo di grande fascino: l’ex sito industriale, rigenerato in polo culturale, offre un contesto ideale per dare vita a storie potenti e introspettive.

Un percorso tra storia e psicologia

“Napoleone. La morte di Dio” non è soltanto un racconto storico, ma un’indagine profonda sui legami familiari, sul mito del padre e su come la figura dell’eroe possa trasformarsi, nelle generazioni, in qualcosa di diverso: in uomo, in memoria, in eredità. Attraverso una scrittura teatrale densa e stratificata, Sacco costruisce un dialogo tra il grande passato napoleonico e l’intimità di un figlio che cerca di fare i conti con il vuoto lasciato da un’assenza monumentale. L’ombra di Napoleone diventa così simbolo di potere, ma anche di fragilità, e la sua morte non è la fine, bensì il punto di partenza di un nuovo racconto.

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