17 febbraio 2025 – 16:20
Il 7 agosto del 2022, a Venaria, si è consumata una tragedia che ha scosso profondamente la comunità locale: Giovenale Aragno ha perso il controllo di sé e ha ucciso la moglie Silvana Arena con violenza inaudita, colpendola ripetutamente con un bastone per tende. Questo terribile atto di femminicidio ha avuto conseguenze devastanti per tutti coloro coinvolti. Oggi pomeriggio, la Corte d’Assise di Ivrea, presieduta con fermezza dalla giudice Stefania Cugge affiancata da Marianna Tiseo, ha emesso la sentenza che condanna Aragno, settantacinquenne dal volto segnato dall’ombra della colpa, a ventuno lunghi anni di reclusione.La decisione della Corte è stata il risultato di un processo complesso e doloroso, durante il quale sono emerse circostanze agghiaccianti ma anche elementi che hanno gettato luce sulle motivazioni dell’imputato. È emersa la parziale incapacità di intendere e volere da parte di Aragno, una diagnosi formulata durante l’incidente probatorio che ha contribuito a delineare un quadro più completo della sua condizione mentale al momento del delitto. Inoltre, va menzionato il gesto di risarcimento del danno verso le due figlie della vittima e le attenuanti generiche equivalenti riconosciute dal tribunale.La palazzina degli anni ’70 dove si è consumato l’omicidio appare ora come un luogo intriso di tristezza e dolore, contrapposto alla bellezza serena del giardino ben curato che circonda l’edificio. La coppia sembrava essere sfuggita alla connessione emotiva che li aveva uniti in passato: mentre Aragno trascorreva le sue giornate pedalando per le strade della città in solitudine, sua moglie lasciava segni inequivocabili del suo malessere sui social network.Il movente di questo tragico evento sembra essere radicato in questioni economiche spinose: Aragno era sopraffatto dai costi sempre crescenti legati al mantenimento della figlia disabile ospitata in una struttura assistenziale. Questa situazione aveva creato tensioni insostenibili all’interno del nucleo familiare e aveva aperto una voragine emotiva tra i coniugi che nessuno era stato in grado di arginare. Ora resta solo il silenzio pesante delle stanze vuote e dei cuori infranti davanti alla drammatica conclusione di una storia d’amore diventata tragedia.