15 novembre 2024 – 10:01
La tragedia che ha colpito tre aspiranti guide alpine travolte da una valanga nella zona del colle della Tsanteleina ha scosso profondamente la comunità alpina. L’inchiesta condotta dalla procura di Aosta ha portato alla luce dettagli intricati che hanno gettato ombre sulla condotta dell’istruttore Matteo Giglio, un veterano guida alpina valdostana. Le vittime Sandro Dublanc, Lorenzo Holzknecht e Elia Meta erano giovani appassionati di montagna, con sogni e ambizioni spezzati in un attimo fatale.Le indagini hanno rivelato possibili negligenze da parte di Giglio, come il mancato utilizzo di zaini con sistema airbag e una discesa imprudente nel canalone dove si è verificata la tragedia. La procura ha ipotizzato che una maggiore prudenza durante la discesa avrebbe potuto evitare la perdita delle vite preziose. Tuttavia, non è stato possibile determinare con certezza l’esatta causa dello scatenarsi della valanga.L’analisi approfondita delle tracce satellitari ha confermato che l’incidente è avvenuto sul territorio francese, aggiungendo ulteriori complessità alla vicenda. Le famiglie delle vittime hanno ricevuto i telefoni e gli orologi dei loro cari, scoprendo registrazioni cruciali che hanno contribuito a chiarire alcuni aspetti dell’accaduto.Lorenzo Holzknecht, Sandro Dublanc ed Elia Meta erano figure rispettate nelle rispettive comunità, legate da una passione comune per la montagna e lo spirito d’avventura. La loro prematura scomparsa lascia un vuoto immenso nel mondo dell’alpinismo e nella vita di coloro che li conoscevano.Il caso continua a suscitare dibattiti e riflessioni sulla sicurezza in montagna e sulle responsabilità degli istruttori nell’accompagnare gruppi in ambienti potenzialmente pericolosi. La memoria delle vittime vive attraverso le storie che raccontano chi erano e cosa amavano fare, rimanendo un monito costante sull’importanza della prudenza e della preparazione nell’affrontare le sfide della natura selvaggia.