In Italia, la situazione dei trasporti pubblici è al di sotto della media europea in termini di infrastrutture e servizi. Secondo la Relazione 2024 del Cnel, l’Italia ha solo il 40% delle metropolitane rispetto agli altri Paesi europei, il 53,7% delle reti tranviarie e il 56% delle ferrovie suburbane. Questo evidenzia una carenza significativa nel settore dei trasporti pubblici.La mancanza di investimenti si riflette anche nel numero di addetti nel settore: in Italia ci sono solo 11,3 addetti ogni 10 mila abitanti, mentre in Germania sono ben 25,8 e nel Regno Unito 21,7. La media dell’UE è del 16,4, mettendo ulteriormente in luce il divario esistente.Anche dal punto di vista dell’utilizzo dei mezzi di trasporto, l’Italia mostra una forte dipendenza dall’automobile. Il 66,3% degli spostamenti medi nei giorni feriali avviene con l’auto, mentre solo il 7,4% viene effettuato con mezzi pubblici. Questo dimostra la scarsa attrattiva e efficienza del trasporto collettivo rispetto all’auto privata.Le differenze territoriali sono evidenti: nelle regioni del Nord-Ovest l’utilizzo del trasporto pubblico raggiunge il 10,3%, mentre nel Sud si ferma al 4,3%. Anche tra le grandi aree urbane e i centri più piccoli vi è un divario significativo nell’utilizzo dei mezzi pubblici.In generale, la mobilità collettiva in Italia sembra essere destinata principalmente a coloro che non hanno alternative all’auto privata. Questa situazione crea un circolo vizioso in cui i trasporti pubblici vengono considerati un “bene inferiore” anziché un “bene meritorio” dalle politiche pubbliche. È necessario quindi un cambio di prospettiva e maggiori investimenti per migliorare la qualità e l’accessibilità dei trasporti pubblici nel Paese.
Trasporti pubblici in Italia: infrastrutture carenti e dipendenza dall’auto privata
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